Salme e Salmoni

Ettore Visibelli - 17 Giugno 2023

Quando nel 1939 morì Costanzo Ciano, livornese ed alto esponente del partito fascista, tanto da essere considerato il vice di Mussolini, ossia colui che all’interno del governo lo avrebbe rimpiazzato, in caso di imprevista scomparsa del Duce, l’Italia era sotto la sferza delle sanzioni, decise principalmente da Francia, Inghilterra e Stati Uniti, a seguito dell’invasione dell’Etiopia e la costituzione dell’Impero a spese di Libia, Etiopia, Somalia ed Eritrea, senza contare l’annessione dell’Albania e le isole greche del Dodecanneso. Ebbene a seguito della scomparsa del famoso concittadino, in Livorno corse la battuta; Anche se colpiti dalle sanzioni, noi almeno oggi, in occasione del funerale, ci abbiamo il salmone. All’epoca alimento da signori, oggi ridotto a prodotto che necessita la massima attenzione, visto come viene allevato in cattività, il più delle volte peggio dei polli in batteria. Erano altri tempi. 

Oggi, al contrario, si onora la morte di un uomo politico – certamente importante – decretando il lutto nazionale. Per carità, non è mia intenzione criticare la decisione che l’attuale governo ha voluto prendere, mi meraviglia soltanto che un’analoga decisione non fu presa, anni fa, in occasione degli attentati ai giudici Falcone e Borsellino, uccisi da coloro che i due avevano osteggiato ed entrambi probabilmente in grado di fare chiarezza, una volta per tutte, sui veri mandanti di quelle stragi, che poi hanno riguardato anche loro, e di altre stragi, che non potevano essere attribuite soltanto alla mafia. E qui mi fermo, lasciando al lettore la libertà di comparazione e di giudizio.

E’ certo che la morte di Berlusconi lascia un vuoto in ogni italiano, sia che fosse pro o contro il suo operato, durante i trent’anni che, con qualche breve interruzione, lo hanno visto incontrastato protagonista sul palco-oscenico della politica italiana. Semmai vorrei soffermarmi sul comportamento di chi lo ha costantemente osteggiato, più a parole che coi fatti, recitando, come un mantra, la sua incompatibilità di politico con il troppo blaterato conflitto d’interessi, incapace poi di trovare una soluzione accettabile a risolverlo, neppure durante quelle legislature che hanno avuto al governo i suoi oppositori. Un comportamento per me strano da decifrare. Per me che non sono un politologo, come altrettanto per molti degli aventi diritto al voto, chiamati ogni volta a dover scegliere a chi dare il mandato di rappresentanza, senza essersi potuti fare una chiara idea sui candidati presenti nelle liste elettorali, soprattutto delusi da chi ha governato e altrettanto da chi avrebbe dovuto fare opposizione. Talvolta confesso di essermi trovato stupefatto, di fronte a prodigi inimmaginabili, dove l’opposizione si riempiva continuamente la bocca, enumerando tutte le colpe di Berlusconi, incapace poi di una qualsiasi strategia per fronteggiarlo, paga soltanto di poterlo liberamente additare all’opinione pubblica, come se soltanto questo bastasse a fare opposizione. 

In conclusione, non scarichiamo sulla deludente politica italiana le responsabilità che sono, ancora una volta, in gran parte nostre, di noi elettori, scarsamente coinvolti nelle sorti della res publica, costantemente alla ricerca del deus ex machina, sempre pronti ad abboccare all’amo delle fantasiose promesse in offerta libera, senza mettere in atto quel necessario controllo periodico, indirizzato verso coloro che abbiamo delegato a rappresentarci e soprattutto senza quel voto di scambio che ha da sempre guidato per lo più le nostre scelte di sudditanza. 

E chi è senza peccato… si metta una mano sulla coscienza. 


Commenti

  Commenti: 2

  1. Franca Nannini


    L’articolo di persona che si dichiara non politologo ma che ha dipinto un quadro politico di chiarezza ed equilibrio encomiabili. Complimenti

  2. giuseppe Moschini


    Seguo da molto tempo chi ha scritto l’articolo. Lo conoscevo soprattutto per i suoi romanzi scritti spesso in modo arguto e ironico, usando spesso un linguaggio che rivela la sua cittadinanza livornese. Trovo in questo articolo un atteggiamento nuovo, che poco lascia all’ironia e molto al pensiero politico.
    Bravo Ettore.

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