Secondo pomeriggio 2016 al Centro culturale di via Lepetit
Domenica 13 marzo presentazione del libro "Distorsioni sinaptiche" di Luca MefalopulosFinalmente i pomeriggi al Centro di via lepetit possono chiamarsi “culturali” nel senso più ampio del termine. La presidente Palmira Pasqualini ha deciso infatti di dare spazio alla letteratura dedicando il pomeriggio di domenica 13 marzo alla presentazione del libro Distorsioni sinaptiche di Luca Mefalopulos.
Il Maestro Roberto Boarini ha diretto il coro Accordi e Note che, come di consueto, ha fatto gli onori di casa e ha dato il benvenuto eseguendo tre brani del suo repertorio.
L’incontro con il libro, che appartiene al genere “narrativa” ed è una raccolta di racconti, e con il suo autore è stato piacevolmente e vivacemente condotto da Lara Calisi.
Difficile dare un giudizio adeguato sul contenuto dell’opera presentata senza prima averne letto per intero il contenuto, ma l’interpretazione di alcuni brani letti da Antonella Bianchi, Alfredo Proietti e dallo stesso autore Luca Mefalopulos, ha suscitato in me il desiderio di conoscere l’opera nella sua interezza. Opera che mi aspetto anche essa intima e delicata come il sottofondo musicale eseguito alla chitarra da Cristiano De Capua, che ha accompagnato la lettura dei brani scelti.
I libri! Che meravigliosa invenzione! Certo una delle grandi rivoluzioni della storia umana è stata l’invenzione dei caratteri mobili, della stampa! Bisogna arrivare ai nostri tempi, a internet per trovare una rivoluzione di uguale portata, tenendo comunque sempre presente che internet (e non solo!) è stato possibile perché mezzo millennio prima c’era stata la stampa.
I libri sono per loro natura “democratici”: sono una pluralità e sono in contraddizione e in antitesi tra loro, consentono a chiunque di scegliere e di esprimersi e in quanto democratici sono spesso invisi al potere; sono censurati, proibiti e spesso bruciati sul rogo. La storia è costellata di persecuzione di libri, come fossero (e forse lo sono) materia viva.
La santa inquisizione, la biblioteca di Alessandria, la rivoluzione francese, la rivoluzione di ottobre, la notte dei cristalli solo per citare i più famosi roghi di libri che la storia ci ha consegnato.
E la letteratura ci ha regalato pagine bellissime che narrano le vicende di libri perseguitati e dati alle fiamme: il bellissimo romanzo di Ray Bradbury intitolato Fahrenheit 451 (la temperatura a cui la carta brucia) che narra di un futuro in cui tutti i libri venivano bruciati perché era proibito leggere; il romanzo Autodafè scritto nel 1935 dal premio Nobel per la letteratura Elias Canetti che termina con il gigantesco rogo delle migliaia di volumi della biblioteca del protagonista, rappresentazione simbolica della catastrofe del mondo con l’avvento della Germania nazista.
Io amo i libri, amo il loro odore e la loro consistenza, amo sfogliarli e godere della loro compagnia in solitudine ed apprezzare il tempo “altro” che mi regala la lettura; qualsiasi genere letterario mi attrae, ma i libri di narrativa sono per me come le sirene di Ulisse perché leggere le storie è lasciarsi trasportare, cambiare tempo e spazio, non essere dove si è e non essere chi si è.
Leggere è trasferirsi in una dimensione diversa da quella ordinaria, è mettere in moto la fantasia per corredare di immagini ciò che l’autore descrive.
Immergersi nella lettura è volare via, è evadere, è aprire una finestra sul mondo, è ascoltare il racconto, anzi i racconti di una intera umanità; leggere è un incantamento, lo stesso che si provava da bambini quando “incantati” ascoltavamo le fiabe.
E penso che il desiderio di raccontare ed ascoltare storie sia antico come l’uomo ed in esso connaturato; forse all’epoca paleolitica risale questo bisogno di raccontare, sembra infatti che, dalla forma del suo cranio, già l’uomo di Neanderthal ascoltasse racconti!
Ho ovviamente acquistato il libro e l’ho portato a casa e l’ho messo a far compagnia agli altri libri come un nuovo gradito amico in attesa di entrare con me in intimo contatto per conoscere le storie di Luca Mefalopulos.
Foto di Franco Giorgi
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