Sepolcri imbiancati

Per il periodo settennale 2014- 2020 la Ue ha stanziato fondi per 42,7 miliardi di euro. A ottobre 2018 il nostro Paese era risuscito a spenderne solo il 3% con un saldo negativo pari a 36 miliardi
Aldo Pirone - 1 Marzo 2019

Lunedì 25 febbraio 2019, nel corso della solita maratona televisiva di Enrico Mentana, giornalisti e politici erano tutti proni sui risultati elettorali della Sardegna. Come gli antichi aruspici stavano esaminando le viscere fegatose dell’animale per divinizzare se il centrosinistra era ancora vivo, se il PD aveva ancora il battito cardiaco, se il M5s stava esalando l’ultimo respiro, se la neonata Lega sarda di Salvini pesava come aveva sperato la puerpera, se Berlusconi, una volta di casa, confermava di essere in via d’estinzione.

In base di questa intensa indagine aruspicina, i convenuti profetizzavano il futuro del governo, quello trionfale di Salvini, quello caduco di Di Maio e quello così così dell’opposizione di sinistra e del PD. L’unica cosa certa, ma di cui nessuno si preoccupava, era che la democrazia, cioè l’animale sacrificato, era morta, perché ormai a votare non andava più quasi la metà degli aventi diritto e per portarci l’altra metà erano scese in gara ben 25 liste con centinaia di candidati.

A rendere ridicola quest’atmosfera ovattata di lunghe chiacchierate di politici, politologi e giornalisti è stata, subito dopo nel Tg7, la Gabanelli. Ha acceso i suoi riflettori su un fatto concreto: quanto diamo e quanto prendiamo dall’Unione europea tramite i fondi strutturali. In linea di massima diamo l’1,5% del Pil annuo che è di più di quanto riceviamo, dice la Gabanelli. Tuttavia per il periodo settennale 2014- 2020 La Ue ha stanziato fondi per 42,7 miliardi di euro. A ottobre dell’anno scorso il nostro Paese era risuscito a spenderne solo il 3% con un saldo negativo pari a 36 miliardi. Tutti soldi che potevano, e in parte potrebbero ancora, essere spesi per progetti di occupazione, crescita, agricoltura, tutela dell’ambiente. Una vera manna se fossimo un paese normale, con una classe politica nazionale, regionale e comunale, normale, dedita a risolvere i problemi non a cavalcare campagne propagandistiche fatte di promesse sempre più mirabolanti finanziate in deficit. E se l’amministrazione fosse nelle mani di una burocrazia efficiente in grado di istruire rapidamente gli iter delle pratiche. Invece il concentrato che ci sgoverna è fatto di ciarlatani e incompetenti (2014-2018, ma si potrebbe risalire anche più indietro) e quindi succede – denuncia la Gabanelli – come nel piano di ammodernamento delle ferrovie nella Regione Puglia. Progetto approvato e finanziato nel 2007, primo bando aprile del 2016; nel giugno seguente tragedia di Corato: scontro di due treni sul binario rimasto unico, 23 morti e 50 feriti.

Poi ci sono “i progetti transnazionali che attraggono i fondi più importanti” – ha osservato la brava giornalista – che noi non intercettiamo perché, oltre a presentare progetti carenti tecnicamente (burocrazia incompetente), i nostri ministri non sono presenti nei tavoli europei dove si decide. Costoro preferiscono stare – ha concluso amaramente – nei propri collegi elettorali a lamentarsi dell’Europa che, propagandisticamente, “fa sempre molta presa”.  Un quadro sconsolante che suscita indignazione e rabbia soprattutto se rapportato all’alluvione di dichiarazioni e di analisi socio economiche che tutti i giorni ci vengono propinate da Tv e giornali sulla necessità imprescindibile di fare investimenti e avviare cantieri per le opere pubbliche per dare lavoro e contrastare la recessione avanzante.

Milena Gabanelli ogni lunedì al Telegiornale de La7 accende le luci in poco più di due minuti su problemi di primaria grandezza, svelando scandali e incapacità diffuse soprattutto nella politica e nell’Amministrazione del nostro Paese. Dopo ogni denuncia ci si aspetterebbe di veder saltare sulle poltrone il mondo politico mediatico; che si corra ai ripari, che ci siano dimissioni, inchieste amministrative, mea culpa, tentativi di suicidio per la vergogna ecc. Invece non succede niente.

Le denunce di Milena ormai sono come l’acqua che scorre sul marmo d’innumerevoli sepolcri imbiancati.

 

Aldo Pirone

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