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Sfratti, Alfonsi: aprire al più presto un confronto sull’uso del patrimonio comunale

La presa di posizione della presidente del I Municipio, dopo lo sfratto avviato in tre appartamenti di via di Santa Maria del Pianto

“Il tema dell’uso degli immobili di proprietà comunale – nel caso specifico tre unità residenziali  il cui canone di affitto è sostenuto dalla Comunità Ebraica di Roma e regolarmente versato – non può essere trattato dall’Amministrazione in modo soltanto formale, secondo un punto di vista esclusivamente amministrativo”,  ha dichiarato la Presidente del Municipio Roma I Centro Sabrina Alfonsi in una nota stampa, con riferimento all’intervento per lo sgombero di tre appartamenti di proprietà del Comune di Roma, avviato oggi in Via di Santa Maria del Pianto e conclusosi con un rinvio al 5 settembre in considerazione delle condizioni di fragilità sociale delle famiglie “occupanti”, per la presenza di soggetti minori, persone anziane e con disabilità grave.

avviso_di_sfratto“Dopo le approfondite verifiche sulla situazione del patrimonio comunale nel Primo Municipio- continua la Presidente – avviate dal Commissario Tronca, abbiamo assistito all’avvio di una serie di richieste di rilascio di immobili pubblici, utilizzati in molti casi da soggetti che svolgono una preziosissima funzione sociale di assistenza e sostegno  a soggetti fragili o con disabilità, come nel caso degli Istituti Sante De Santis e Leonarda Vaccari. Siamo i primi a sostenere la necessità di procedere alla riacquisizione degli immobili da chi non ha diritto e la loro messa a reddito, ma nei casi in cui chi utilizza gli immobili lo fa con finalità sociali o presenta situazioni di fragilità e disagio reali e verificabili, la valutazione deve essere fatta caso per caso e le questioni  di tipo esclusivamente burocratico debbano essere risolte.”

“Ritengo perciò che si debba aprire al più presto un confronto su questo tema con gli Assessorati e gli uffici centrali, perché se è vero che il Patrimonio pubblico, correttamente gestito, può contribuire a creare risorse aggiuntive per le Casse Comunali, è altrettanto chiaro che una parte di questo patrimonio può produrre “reddito sociale”,  attraverso l’assegnazione a canoni calmierati a persone e famiglie in stato di bisogno e ai tanti soggetti che in questa città operano nei settori del sociale e dell’assistenza”, conclude Alfonsi.


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