Sgominata organizzazione criminale dedicata ad usura e riciclaggio

Ventotto indagati, 16 arrestati di cui 8 ai domiciliari. Tra le vittime politici, commercianti e amministratori locali

Ventotto indagati, 16 arrestati di cui 8 ai domiciliari. È il risultato dell’inchiesta Old Cunning, condotta dalla Procura di Roma su un’organizzazione criminale dedita ad usura e riciclaggio, e che oggi è terminata con gli arresti da parte della Direzione Investigativa Antimafia.

Secondo gli inquirenti, gli esponenti dell’organizzazione prestavano denaro a politici, commercianti e amministratori locali ad un tasso d’interesse compreso tra il 70% e il 150%. Tra gli arrestati compare Giovanni Benedetto Stranieri, ex Maresciallo dei Carabinieri divenuto avvocato di esponenti della ‘ndrangheta e già arrestato nel gennaio 2015 per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Aemilia.

UsuraMa non è tutto, dell’organizzazione facevano parte anche personaggi legati alla Banda della Magliana, nonché due direttori di banca, che dall’alto della propria posizione garantivano l’emissione di mutui senza garanzie per permettere i pagamenti alla banda di usurai. Agli indagati vengono contestati a vario titolo i reati di associazione per delinquere finalizzata all’usura, all’estorsione e al riciclaggio.

Gli inquirenti sono arrivati a sgominare la banda di usurai a partire dalle operazioni immobiliari effettuate da un pensionato, Antonio D’Angeli. Dall’analisi di queste informazioni le forze dell’ordine sono arrivati ai vertici dell’organizzazione, che si avvaleva di personaggi dall’alto spessore criminale per spaventare e minacciare i debitori. Sono più di trenta le vittime certificate fino ad ora di tale attività.

“In un’intercettazione – spiega Francesco Gosciu, a capo del Centro Operativo Dia di Roma – uno degli arrestati dice candidamente di effettuare questo lavoro da oltre trent’anni”.“L’operazione ha colpito un sistema criminale che legava insieme mafie, professionisti e colletti bianchi” ha affermato Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia, aggiungendo che “la presenza della mafia nella Capitale è stata per troppo tempo negata o sottovalutata”.

L’operazione rappresenta in effetti una nuova tessera nel mosaico che descrive le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico ed imprenditoriale romano, già ampiamente documentato da sequestri, attività utilizzate come lavanderie di denaro sporco e giri di estorsione e violenze.


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