Si chiude l’Erasmus+ sulla didattica digitale, pensando ai progetti futuri
Vi ha preso parte il Liceo delle Scienze Umane dell’Istituto paritario “Maria Immacolata” di CentocelleIn un anticipo di primavera tiepido e soleggiato, molto spesso inedito in questi primi giorni di marzo alle latitudini europee della Transilvania, si è concluso il progetto Erasmus+ “Think Global, Act Digital! Strong partnerships to support digital education”, cui ha preso parte il Liceo delle Scienze Umane dell’Istituto paritario “Maria Immacolata”. E sicuramente il buon auspicio sulla futura prosecuzione del progetto, i colori del cielo e le giornate miti, lo hanno accordato.
Come delegazione di docenti, stiamo rientrando a casa dopo un intenso scambio culturale presso Targu Mures e, nel momento di raccogliere idee ed emozioni, qui all’Aeroporto di Cluj-Napoca, sorgono nuovi stimoli sull’insegnamento digitale 3.0. Per una scuola a prova di futuro, in questi giorni di laboratori e seminari, con i nostri partners di progetto, abbiamo concertato un’agenda digitale ancora più stringente e volta ad abolire tutte le barriere e gli ostacoli presenti nel momento dell’apprendimento, in classe e a casa.
Difatti, sia insegnanti che studenti, sono interconnessi anche al di fuori del momento delle lezioni nelle aule e nelle strutture dei nostri Istituti: le classi virtuali, rappresentate nel caso della nostra scuola l’ambiente “Google Classroom”, con le spiegazioni da parte dei docenti tramite slides e mappe interattive delle materie da trattare, sono fruibili connettendoti ad una qualsiasi rete in qualsiasi luogo e istante. Tuttavia, da quanto emerso lavorando alla prossima e triennale programmazione digitale, sono presenti ancora numerosi impedimenti tecnologi a causa o della mancanza di dispositivi, o della carenza ed obsolescenza di fibra ottica presenti in luoghi del continente europeo.
La sfida lanciata durante questi cinque giorni di attività prevede un piano della durata di un triennio che, a partire dalla sofferta pandemia di Coronavirus intercorsa a partire dal 2020, prospetti disegni di lavoro destinati a far raggiungere l’accesso allo studio da remoto – tramite dispositivi all’avanguardia – e potenti connessioni di dati da poter usufruirne in classe, rendendo sia l’insegnamento sia l’apprendimento, il più coinvolgenti e interattivi possibili.
Le domande che ci siamo posti ci hanno interpellato di persona a fornire risposte esaurienti sulla responsabilità che ricopriamo con il nostro ruolo e nel nostro mestiere tanto bello quanto delicato. Ebbene, nonostante ciò, il responso c’è stato; ovvero, che è imprescindibile non accantonare più o non scartare ciò che abbiamo scoperto, malgrado questa terribile congerie storica di malattia e pandemia: è necessario che, anche a seguito dei cambiamenti causati dal Covid-19, si continui in maniera capillare ad aggiornare il proprio insegnamento ai tempi e alla strenua necessità di raggiungere tutti gli alunni.
A questo mira il perseguimento della maturità digitale e dell’implementazione dello studio e dell’educazione tramite piattaforme informatiche e digitali. Inoltre, gli stakeholder cui la scuola si interfaccia sono numerosi poiché la formazione e l’istruzione, soprattutto delle giovani generazioni, passa attraverso un confronto diretto ed un utilizzo concreto degli strumenti high-tech protagonisti della transizione digitale.
Oltre a ciò, essa è anche il programma di formazione del Ministero dell’Istruzione italiano, rivolto a tutto il personale scolastico in servizio, sulla didattica digitale integrata e sulla trasformazione digitale dell’organizzazione scolastica, previsto all’interno dello stesso “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, il PNRR, attraverso cui in un mutuo e vicendevole scambio, alunni e docenti possano imparare a utilizzarli al meglio. A partire dal precedente soggiorno lituano, altro ricca fucina di elaborazioni progettuali, si evince che per il futuro bisogna disporre sullo scacchiere linee che rafforzino le conoscenze digitali e virtuali creando al meglio i contenuti di una lezione, per il docente, e per raggiungere un accettabile e funzionale grado di istruzione spendibile nella propria società umana, per lo studente.
Le classi online sono risultate molto più attrattive per tanti e numerosi studenti, molti di più di quanto poi in realtà imprimessero la propria identità o partecipazione in un determinato luogo fisico, circostanziato e alle volte complesso, quale quello di una classe.
Nella parte più pratica e di messa in gioco, durante queste giornate intense di formazione, siamo giunti anche alla creazione di un nuovo progetto educativo che imprima i primi passi per una nuova era dell’educazione e della scuola. Per rendere dunque anche più inclusiva, più aggregante e meno dispersiva la scuola, tale triennale piano ha previsto una strategia in sinergia tra i partner, oltre all’aumento di potenziali nuovi ed ulteriori attori, diviene basilare l’utilizzo di modalità incrociate e cooperative tra l’aspetto più virtuale di della classe digitale e quello di una lezione frontale partecipata, e mai subita. Immaginando di creare una lezione digitale per gli studenti, oppure elaborando una proposta da presentare al mondo dell’istruzione, per supportare anche chi non ha accesso facilitato allo studio, ormai imprescindibile, abbiamo raggiunto la consapevolezza che “includere” e raggiungere quanti più alunni, superando barriere e oggettive difficoltà.
Tale progetto finale per la scuola, con il dispiegamento di azioni concrete realizzate e da concludersi, ha dato anche la possibilità di creare scambi relazionali e umani agli stessi ragazzi italiani e europei che si sono incontrati camminando e accompagnandosi lungo tutto questo lungo, seppur a tratti breve, percorso di tre anni di mobilità. Hanno avuto l’occasione di toccare con mano un progetto europeo di scambio digitale, educativo, amicale con altre scuole di Europa, rincontrandosi e condividendo lo stesso progetto nell’arco di tutta la mobilità. Questa è stata anche la ricchezza, forse più importante e preziosa, del fatto che non sono stati per loro singoli, o meri, viaggi d’istruzione per una digitalizzazione distratta e fugace, ma sono cresciuti insieme non perdendo i contatti tra di loro.
Maria Chiara Cocciolo
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