

Ostia Levante si prepara ad affrontare una stagione estiva che si preannuncia tutt’altro che tranquilla. Le onde continuano a battere le sue spiagge, distruggendo chioschi e cabine, ma a minacciare ancora di più la serenità di questa località balneare sono quelle legali.
La fine del 2024 ha portato con sé una serie di sentenze decisive del TAR del Lazio, che hanno scosso le fondamenta del sistema delle concessioni balneari.
Almeno cinque società che avevano partecipato al bando del 2020 ora si rivolgono al Comune, chiedendo giustizia per il mancato rilascio delle concessioni che i giudici hanno riconosciuto loro come dovute.
Un colpo durissimo per l’amministrazione comunale, che si trova a fare i conti con un intreccio di sentenze e ricorsi legali che si susseguono senza sosta.
Tutto era cominciato nel 2020, durante il mandato della sindaca Virginia Raggi. Il Comune aveva deciso di mettere a gara 37 stabilimenti e 9 chioschi, ma l’esito del bando aveva lasciato fuori molti, con 13 stabilimenti e 2 chioschi che sono rimasti senza assegnatari.
Nel 2021, di fronte al rischio di vedere chiuse numerose strutture, l’amministrazione aveva sospeso e poi annullato il bando “in autotutela”, prolungando per un altro anno le concessioni esistenti. La speranza era quella di avere tempo per ripensare alla gestione e organizzare un nuovo bando.
Ma nel 2024, la situazione ha preso una piega inaspettata. L’amministrazione Gualtieri, senza poter più contare su proroghe, ha optato per l’affidamento diretto ai vecchi concessionari, con la promessa di un nuovo bando in futuro.
Ma quella che sembrava una soluzione temporanea si è presto trasformata in un altro nodo da sciogliere.
La ragione? un’importante sentenza del Consiglio di Stato nel 2023, che ha accolto il ricorso della GB srl, una delle aziende che aveva vinto il bando di Raggi per la concessione del V Lounge.
Da quella sentenza, le altre aziende che si erano sentite danneggiate hanno preso coraggio, rivolgendosi al TAR e ottenendo il riconoscimento dei propri diritti.
E ora cosa accadrà? Le incognite sono tante. Le mareggiate che hanno flagellato la zona hanno avuto un impatto devastante sulle strutture balneari, tra cui il Kursaal, che nel 2024 non ha riaperto.
Questo stabilimento, da sempre simbolo di Ostia, ha ancora un grande valore commerciale e attrattivo, ma la situazione è tutt’altro che rosea.ù
Tra i ricorsi presentati al TAR, c’è anche quello di un operatore che, grazie al bando di Raggi, aveva ottenuto la concessione del Kursaal, ma non è mai riuscito a subentrare nella gestione.
Ora si troverà a dover affrontare la sfida di gestire un impianto in gran parte distrutto dall’erosione del mare. E, per di più, il bando di Raggi prevede che la concessione sia valida solo per una stagione, rinnovabile di anno in anno, ma solo fino all’approvazione del Piano Urbanistico Ambientale (PUA) cittadino, che deve essere pronto entro il 2027, come imposto dalla legge nazionale.
Le ombre legate alla gestione delle spiagge e delle concessioni si allungano sul futuro di Ostia, dove le onde non sono l’unico pericolo.
I problemi legali, le infrastrutture danneggiate e le scadenze stringenti sembrano minacciare la prossima stagione balneare, creando un clima di incertezza e attesa che potrebbe trasformarsi in una vera e propria tempesta.
L’estate del 2025 sarà, senza dubbio, un banco di prova difficile per Ostia, con una guerra legale in corso e il mare che, come sempre, non fa sconto a nessuno.
Come finirà questa storia? La risposta è ancora incerta, ma una cosa è chiara: la battaglia per il futuro delle spiagge di Ostia è appena iniziata.
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