Tor Sapienza: “… Ma l’errore è della politica”
Il senatore Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato e sociologo: "Scelte sbagliate sull'accoglienza, anche a sinistra. E la destra specula"Qui di seguito riportiamo un’interessante intervista: “Tor Sapienza: Vogliono un capro espiatorio, ma l’errore è della politica”, pubblicata oggi 14 novembre su La Repubblica.
“In questi giorni abbiamo assistito a un caso esemplare di costruzione del capro espiatorio. Un presunto stupro, attribuito a un rumeno, diventa il pretesto per la caccia al negro, appartenente, come è noto, a tutt’altra etnia. E siccome il negro è lì a disposizione, a pochi passi, scatta un meccanismo di mobilitazione xenofoba, nel quale trovano sbocco tutti i rancori e le frustrazioni dei settori di popolazione soggetti a processi di esclusione sociale”. Commenta così Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato e sociologo, i fatti di Tor Sapienza.
Senatore, come si spiega tutto questo?
“Innanzitutto emerge il fallimento dell’edilizia popolare perché il cuore di questa vicenda è un comprensorio dove da decenni non si è fatta manutenzione. E così quei residenti si sono sentiti assediati da una sorta di toponomastica della marginalità. Non dimentichiamo che in un territorio non troppo esteso, cui si accede da un vialone diventato mercato all’aperto delle droghe, si trovano un centro di accoglienza per profughi, un’occupazione spontanea da parte di stranieri e un’altra dovuta alla cosiddetta emergenza abitativa. E, non troppo lontano, un campo nomadi”.
Dunque quello che è successo si poteva prevedere?
“Vede, in zone simili, si devono prevedere centri con un numero assai minore di ospiti. Questo comporta un discorso completamente nuovo in materia di accoglienza. In un’area così vasta come Roma, i centri devono essere più piccoli e distribuiti più equamente. Non possono concentrarsi nelle periferie, tantomeno in quelle più degradate. È fondamentale per rassicurare i residenti e perché solo così si garantiscono condizioni dignitose ai profughi”.
Perché?
“L’accoglienza deve essere più attenta ai bisogni individuali, non può indirizzarsi indistintamente verso centinaia di persone ammassate in alloggi di fortuna. Bisogna immaginare un’accoglienza fatta di piccoli numeri che non gravi tutta su chi è o si sente già gravato. Si potrebbero accogliere anche più persone, e in condizioni più degne”.
Insomma, la capitale ha sbagliato tutto.
“Non si possono ignorare altri due ‘fattori di agevolazione’ dell’odio. Ovvero, la presenza di una minoranza, ancora una volta collegata alla rete del tifo organizzato, che si dà una sgangherata ideologia fascistoide, tutta giocata sul disprezzo per il diverso. E l’attività degli imprenditori politici dell’intolleranza. L’immigrazione, inevitabilmente, costa fatica e determina ansia nei residenti, ma il collasso avviene quando la tensione sociale viene trasferita nella sfera pubblica. La Lega e Fratelli d’Italia giocano questo ruolo. E così le pulsioni più aggressive e il linguaggio più efferato ottengono legittimazione politica e addirittura morale”.
Senatore, ma la genesi è popolare.
“Va rivista da capo la politica dell’accoglienza, finora affidata all’improvvisazione, quasi che l’immigrazione fosse un fenomeno recente e imprevedibile. Anche la sinistra ha fatto molti errori. Troppo spesso ha liquidato come razzisti umori popolari che andavano compresi, mediati e governati. E ha rinunciato a battersi contro gli imprenditori dell’intolleranza”.
Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙