

Un incubo durato oltre sei ore, una truffa perfettamente orchestrata, sfociata in una rapina con minacce e violenza. È la drammatica esperienza vissuta da un’ottantenne romana il pomeriggio del 4 ottobre 2024, quando due malviventi, spacciandosi per un avvocato e un maresciallo dei Carabinieri, sono riusciti a sottrarle denaro, gioielli e lingotti d’oro per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.
Dopo un’intensa attività investigativa, la Squadra Mobile, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma, ha arrestato nella giornata di ieri un 35enne napoletano, individuato grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza e ai dati del suo telefono cellulare. Gli inquirenti stanno ora cercando di identificare il complice.
Tutto ha inizio con una telefonata. “Si sieda, le devo comunicare una brutta notizia”, esordisce il primo truffatore, fingendosi un avvocato. Dall’altra parte della cornetta, l’anziana ascolta con crescente angoscia: sua figlia sarebbe stata arrestata a Venezia per aver investito una donna.
Pochi istanti dopo, entra in scena il secondo truffatore, che si presenta come un maresciallo dei Carabinieri, rafforzando la messinscena e chiedendo una somma di 6.500 euro per evitare che la figlia venga incriminata.
La vittima, terrorizzata e confusa, accetta di pagare. Ma quella somma è solo l’inizio della lunga estorsione.
La trama criminale si fa sempre più intensa: le chiamate si susseguono senza sosta, impedendo all’anziana di contattare i familiari. Il finto avvocato la convince a consegnare anche gioielli e monili d’oro.
Poi, con la scusa di dover completare le procedure legali, i malviventi entrano più volte nella sua abitazione, fino a convincerla ad aprire la cassaforte.
A questo punto, la truffa degenera in rapina: uno dei criminali afferra la donna per un braccio e la minaccia di spezzarla in due o buttarla dalla finestra. Dopo aver saccheggiato cassetti e mobili, le impongono di riempire una borsa con argenteria e altri oggetti di valore.
Nel tentativo di isolarla completamente, i truffatori tengono impegnati entrambi i suoi telefoni, impedendole di contattare chiunque.
La lunga truffa si conclude in strada, a tarda sera, sotto una pioggia battente. Seguendo le istruzioni dei criminali, la donna scende per consegnare personalmente la borsa piena di argenteria, senza rendersi conto che, in quel momento, sta sigillando il raggiro.
Solo dopo l’ultima telefonata, quando finalmente le sue linee telefoniche vengono lasciate libere, riesce finalmente a chiamare la figlia. Pochi minuti dopo, la terribile verità emerge: è stata derubata di tutto.
La denuncia fa scattare immediatamente le indagini della Squadra Mobile, che riesce a individuare un sospettato grazie alle immagini delle telecamere del condominio della vittima. I dati incrociati con la banca dati delle Forze di Polizia confermano la sua identità.
L’elemento decisivo arriva dall’analisi del telefono cellulare del truffatore, lo stesso dispositivo utilizzato per orchestrare il raggiro. Gli investigatori ne tracciano la posizione e lo arrestano con l’accusa di truffa aggravata e rapina in abitazione.
Le indagini proseguono per identificare il secondo complice e fare piena luce su un sistema di truffe organizzate che potrebbe aver colpito altre vittime.
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