Il 5 maggio 2011 alle ore 19 nella Sala Lettura della Biblioteca Quarticciolo, in via Castellaneta 10 lettura scenica del Gruppo Le Tessitrici con performance musicale e reading letterario. Testi…
Un mare d’inchiostro di Roberto Pagan alla Biblioteca Quarticciolo
Il 14 aprile la presentazione del libro con l’Autore, Paolo Carlucci, Manuel Cohen, Vincenzo Luciani e il Nuovo Coro PopolareGiovedì 14 aprile 2016 alle ore 18,30 presso il Teatro Biblioteca Quarticciolo in via Castellaneta 10 a Roma è stato presentato con successo il libro Un mare d’inchiostro. Pagine su ‘pagine’ e altri cabotaggi di Roberto Pagan (Edizioni Cofine, Roma, 2015) con il critico e poeta Paolo Carlucci, il critico e poeta Manuel Cohen, il direttore di “Periferie” ed editore del libro Vincenzo Luciani che ha coordinato l’incontro allietato da interventi musicali del coro NCP (Nuovo Coro Popolare) diretto da Paula Gallardo Serrrao.
Ed è stato proprio il Nuovo Coro Popolare ad introdurre con canti nelle lingue locali d’Italia (in siciliano, sardo, romanesco) la serata, gradevolissima, pur trattandosi di un libro di critica letteraria con saggi che spaziavano dai classici ad autori contemporanei.
Merito dei presentatori che hanno deliziato la platea trattando con leggerezza e semplicità temi quali il comico nella letteratura italiana, il panorama letterario della Trieste sabiana e sveviana e gli esordi leterari di Roberto Pagan, poeta in lingua e in dialetto e critico con una carriera letteraria ultracinquantennale.
Dopo un saluto della direttrice della Biblioteca Quarticciolo Rosa Di Fusco che ha annunciato l’apertura il prossimo 23 aprile di una nuova biblioteca comunale a Collina della Pace (Finocchio), Luciani ha evidenziato gli aspetti umani della personalità dell’autore, raffinatissimo, ironico ed autoironico come solo i grandi sanno essere.
Paolo Carlucci ha riservato un tributo affettuoso al suo antico professore di lettere Pagan, si è soffermato sulla originalità della sua poesia e sulla sua acutezza di critico, mai banale.
Manuel Cohen ha ripercorso le tappe della carriera letteraria di Pagan dalla frequentazione del salotto triestino di Anita Pittoni, all’insegnamento in diverse città italiane, da ultimo a Roma, dalle numerose raccolte in lingua italiana, agli apprezzati saggi critici sulle riviste ‘pagine’ e ‘I fiori del male’ e quelli sparsi, tutti ora raccolti nel volume che è stato presentato. E infine si è soffermato sul Pagan poeta in dialetto triestino, vincitore tra l’altro, dell’ambito Premio Ischitella-Pietro Giannone con “Alighe”.
Il pubblico ha seguito con attenzione, ammirato della competenza dei presentatori ed incantato dalla verve e dalla fine e disincantata ironia di Roberto Pagan.
Roberto Pagan è nato nel 1934 a Trieste, dove si è formato nella scia degli ultimi rappresentanti di quella grande stagione giuliana della cultura mitteleuropea: Saba, Giotti, Stuparich, Marin.
Scrittore, critico e poeta, la sua opera in versi è compresa in: Sillabe, Il Ventaglio, Roma, 1983; Genealogie con ritratti, Bastogi, Foggia, 1985; Il velen dell’argomento, Edizioni del Giano, Roma, 1992, Per linee interne, Interlibro, Roma, 1999; Miniature di bosco – 101 haiku, Zone Editrice, Roma, 2002; Vizio d’aria, ivi, 2003, Il sale sulla coda, ivi, 2005, Archivi dell’occhio, ivi, 2008 (vincitore premio “Minturno” 2009; finalista al premio “Feronia” 2009), Alighe, Ed. Cofine, Roma, 2011 (vincitore del premio “Città di Ischitella-Pietro Giannone” 2011); Le belle ore del Duca, ivi, 2012; Robe de no creder (Cose da non credere). Versi in dialetto triestino, ivi, 2014 (finalista al premio “Salva la tua lingua locale” 2015).
Dal 1969 vive tra Roma e la Maremma toscana.
Un mare d’inchiostro raccoglie la produzione critica di Roberto Pagan degli ultimi quindici anni, apparsa in varie riviste, in particolare su pagine e I fiori del male. Il tema del riso in poesia riempie tutta la prima sezione: nove piccoli saggi sotto il segno di Talìa, la musa del “comico”.
Nella seconda sezione del libro sono raccolti gli scritti di tono più divertito e leggero assieme ad altre riflessioni di maggior respiro, fino ai saggi dedicati alla memoria di Armando Patti e Achille Serrao.
La terza sezione vira sul quadrante nord-est: Trieste e dintorni. Le origini, la formazione umana e letteraria dell’autore. I suoi maestri ideali, soprattutto Saba, e i suoi conterranei in genere: tutta quell’atmosfera tipica di una terra di confine e mitteleuropea. E, in più, qualche pagina di confessione e di analisi della propria opera.
Infine la quarta sezione, “Il Parnaso degli amici”, allinea cinquanta recensioni di opere in verso e in prosa di autori, spesso assai diversi tra loro, con cui Pagan ha conservato negli anni legami di affettuosa consuetudine.