Una casa per bambole e topi a Tiburtino III
Renato Pierri - 10 Novembre 2021

Porta il rossetto. Cura la sua persona, è evidente. Non è vestita di stracci. Avevo già accennato in un altro articolo, a questa sorta di casa per bambole nel quartiere Tiburtino III, a questa scatola dove penetra il freddo, la notte, e magari qualche topo. Si trova in un’aiuola a pochi metri di distanza dalla fermata della metro di Santa Maria del Soccorso. Come l’altra volta, la donna, appena vedeva avvicinarsi qualcuno protestava: “Andate via, andate via, non mi date fastidio”. Non vuole comunicare con nessuno. Questa volta, avendo forse capito che era lontanissima da me l’intenzione di darle fastidio, mi ha guardato un attimo e ha pronunciato qualche parola in più oltre alle solite: “Non ho voglia di parlare”. Qualcosa mi ha detto.
Ha accento straniero. Chiesi informazioni, tempo fa, a persone che abitano nei pressi. Mi dissero che veniva dall’est e che non “ci stava con la testa”. E forse sarà vero.
Forse per trovare la forza e il coraggio di vivere in quelle condizioni, bisogna non starci con la testa.