Vincenzo Luciani fra Traslochi e Avanzi
Due raccolte poetiche in tempi di CovidPer Albert Einstein: “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”
“E io la crisi l’ho affrontata cercando, nel mio piccolo, di seguire gli insegnamenti del grande Fisico”. Così esordisce il direttore di Abitare A Vincenzo Luciani, questa volta in veste di poeta, per presentare le sue due ultime opere poetiche, precisando che in un periodo di divieto di contatti e di buona parte di ciò che è fisico, quindi anche un libro, dalla sua stampa fino alla presentazione, di chiusura di librerie e di luoghi dedicati alla cultura, ha optato per veicolare le sue ultime raccolte poetiche esclusivamente sul web.
In un secondo tempo, sempre in aprile, Luciani, ha pubblicato, questa volta solo in versione e-book, la sua ultima raccolta poetica Vanzature/Avanzi (Roma, Edizioni Cofine, 2020, pp. 50, euro 7,00) che propone, in due distinte sezioni, le poesie in italiano (Avanzi) e in dialetto garganico di Ischitella (Vanzature), dalla quale ci piace proporre la poesia eponima, nelle due versioni. VANZATURE – Quidde ch’aveva dice / te lu so’ ditte. / Quidde che rumane / so’ sckitte vanzature. // Vote so’ i megghje cunte / i vanzature. Scine, / i vanzature. AVANZI – Quel che avevo da dire / te l’ho detto. / Quello che resta / sono solo avanzi. // A volte sono il meglio / gli avanzi. Sì. / Sì, gli avanzi.
L’AUTORE
VINCENZO LUCIANI è nato nel 1946 a Ischitella nel Gargano, dal 1975 vive a Roma dove dirige il mensile di informazione locale Abitare A. È fondatore dell’Associazione e della rivista di poesia Periferie. Dirige il Centro di documentazione della poesia dialettale “V. Scarpellino”. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Il paese e Torino, (Salemi, 1985); per le Edizioni Cofine: I frutte cirve (1986), Frutte cirve e ammature (2001), Tor Tre Teste ed altre poesie: 1968-2005 (2005), La Cruedda (2012) e le raccolte citate in questo articolo.
R. V.
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