Le visite mediche “non necessarie” ai Vigili Urbani con pistola faranno sprecare 400.000 euro alle casse pubbliche

Il Sindacato Unitario Polizia Locale contesta la richiesta del Sindaco

Era il 2009 quando il sindaco di Roma Gianni Alemanno annunciava la rivoluzione all’interno del Corpo della Polizia Municipale: dopo trent’anni agli agenti romani venivano riconsegnate le armi.

La decisione di Alemanno, che ai tempi alzò un polverone di polemiche da parte di diversi schieramenti politici, prevedeva la richiesta del personale interessato di utilizzare una pistola semiautomatica “per ragioni esclusivamente correlate allo svolgimento dei compiti di Polizia Giudiziaria, Pubblica sicurezza e Polizia Stradale”.

Vigili UrbaniIl possesso dell’arma veniva consentito e autorizzato soltanto dopo aver conseguito l’abilitazione all’uso dell’arma stessa al termine di un apposito corso di lezioni tecniche e pratiche di tiro. Ed ogni anno i vigili dichiarati idonei dovevano impegnarsi nel partecipare minimo a due corsi di tiro.

A distanza di 4 anni dall’assegnazione dell’arma sorge la polemica da parte del “Sulpl – Sindacato Unitario Polizia Locale” che contesta il richiamo dei 3000 vigili urbani in possesso della pistola per rinnovare le visite mediche.

La contestazione non mette in discussione la richiesta di visita medica, ma lamenta le 50 euro a carico dell’agente per farsi compilare dal medico di base il certificato anamnestico e quelle molto esose che dovrà spendere il Centro Medico della Polizia di Stato, pronto ad attingere dal denaro pubblico.

“Nel 2008 firmammo col sindaco Alemanno il Regolamento dell’armamento – spiega il 21 marzo Stefano Giannini, Segretario romano del SULPL – che prevedeva delle visite di controllo ogni 4 anni, sebbene la legislazione non le contemplasse, per garantire maggiore serenità a tutti. E la prima volta furono complete e costosissime, ma le successive immaginavamo si dovessero organizzare diversamente, anche considerando la difficile situazione economica e i tanti debiti di Roma Capitale. D’altronde in tutta Italia neanche Polizia e Carabinieri rifanno gli esami ogni 48 mesi.

Nulla da eccepire, ad esempio, sulle analisi per verificare la presenza di sostanze stupefacenti nel sangue – prosegue Giannini – si pensi che uno Screen Droga Test Urina 5, che si compra in farmacia, è in grado di rilevare la presenza di droghe come Cocaina, Anfetamine, Meth-Anfetamine (compreso ecstasy), Marijuana (Cannabinoidi), Oppiacei (Eroina) e costa solo 24 euro. Per il resto si utilizzino i diversi Medici e psicologi già in forza al Corpo, oggi impiegati per fare fotocopie.
Insomma con questo sistema si risparmierebbero quasi 400 mila euro, riutilizzabili ad esempio per asili nido aziendali aperti anche ai romani. Nonostante la sonora batosta delle ultime elezioni la politica continua imperterrita ad utilizzare i vecchi sistemi: tanto pagano i cittadini.

Tutto ciò è assurdo e i colleghi questa volta – conclude Giannini – saranno da noi invitati a non presentare alcun certificato pagato di tasca loro, anche a costo di farsi togliere l’arma, consegnata in pompa magna dallo stesso Sindaco all’inizio del suo mandato. Alemanno cosi prende a calci la sicurezza a Roma, tanto sbandierata nella sua precedente campagna elettorale. Lo invitiamo ad intervenire nuovamente per impedire questo ennesimo spreco di soldi pubblici.”


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