Xe pèso el tacòn del buso (È peggio la toppa del buco)

Aldo Pirone - 16 Marzo 2019

Non c’è niente da fare, Tajani è proprio un poveretto. Se tenta di addentrarsi nella storia, quando non crea degli incidenti internazionali – lo scorso febbraio alla foiba di Basovizza finì il suo, si fa per dire, discorso, con “Viva La Dalmazia italiana” e “Viva l’Istria italiana” facendo insorgere sloveni e croati – provoca la sollevazione dell’assemblea che presiede: il Parlamento europeo con le sue uscite su Mussolini e il fascismo “che hanno pure fatto cose buone” di pochi giorni fa.

Il bello è che il giorno dopo, quando tenta di giustificare le sue esternazioni, di solito peggiora ancor più la sua situazione. A Padova, in questi casi, dicono “Xe pèso el tacòn del buso”, la toppa è peggio del buco, perché il “buso” non lo nasconde, ma lo mette ancor più in rilievo.

Ieri su Repubblica è stato intervistato. Era in evidente stato confusionale. Dice che lui si riferiva solo “alle infrastrutture, alle strade, alle bonifiche, agli impianti sportivi.” Poi aggiunge: “Ho solo espresso un giudizio storico”. Dove il giudizio, in quanto tale, dovrebbe, per l’appunto, essere complessivo e quindi comprensivo di tutti i misfatti compiuti dal “duce”. Prima aveva detto addirittura che il suo giudizio era “quello che danno gli studiosi”, mettendo così in evidenza la sua ignoranza in materia. Naturalmente, non sapendo il significato delle parole, spaccia le sue uscite così: “La mia era un’analisi storica. Ho cercato di riassumere un’intera vicenda del passato in poche parole”. Cioè nelle bonifiche, nelle strade, negli impianti sportivi ecc. del regime. Mancavano i treni in orario.

L’intervistatore Goffredo De Marchis ricorda al Tajani che “Da ragazzo era monarchico”. Al che lui risponde: “Appunto. E chi ha mandato via Mussolini? Il re”. Sarebbe lo stesso sovrano che aveva condiviso del fascismo e di Mussolini tutte le vergogne: dall’instaurazione sanguinosa della dittatura all’aggressione all’Etiopia, dalle leggi razziali all’alleanza con il nazismo hitleriano e alla guerra. Due scelte mussoliniane, queste ultime, che lo stesso Tajani, nel suo sproloquio alla Zanzara, ha detto di non condividere ma che furono promulgate e firmate – evidentemente lui non lo sa o fa finta di non saperlo – da quello stesso Vittorio Emanuele III che poi aspettò il voto del Gran Consiglio fascista per mettere da parte Mussolini; quel re fellone che l’8 settembre del ’43 scappò lasciando l’esercito, l’Italia e gli italiani in balìa dei tedeschi.

Aldo Pirone


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