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Dalla metropolitana alle intimidazioni, Simone Cicalone denuncia: “Hanno tentato di investirmi”

Il noto youtuber intimidito a pochi passi da casa sua: “Devi smetterla di fare video"

Un attraversamento pedonale, un’auto che accelera all’improvviso, lo sguardo fisso del conducente e una frase lanciata come un avvertimento: “Cicalo’, che lavoro fai? La devi fare finita”.

È successo tutto in pochi secondi, giovedì scorso, a Roma, zona Piramide. Ma per Simone Cicalone, youtuber ed ex pugile diventato noto per i suoi video di denuncia contro i borseggiatori nella metro, è stato un momento che difficilmente dimenticherà.

Erano circa le 10 del mattino quando Cicalone ha messo piede fuori casa. Una giornata come tante, almeno in apparenza. Mentre attraversava sulle strisce, un’auto ferma — una Fiat Punto del 2013, secondo la sua ricostruzione — ha improvvisamente accelerato, arrivandogli “praticamente ai piedi”.

A bordo, tre uomini tra i 25 e i 30 anni.Mi hanno chiamato per nome. Uno mi ha chiesto che lavoro facessi, e quando ho risposto che faccio video, mi ha detto che dovevo smetterla”, ha raccontato lo youtuber. “Ho chiesto a mia volta che cosa facessero loro. Uno ha risposto che vende auto. Ma non gli ho creduto”.

Il clima si è fatto ancora più teso quando, secondo quanto riferito da Cicalone, i tre hanno cercato di bloccare il passaggio con la macchina, con fare intimidatorio. Alla fine è riuscito a svincolarsi e a proseguire, visibilmente scosso, senza però riuscire a documentare l’episodio. “Non ho avuto la prontezza di fare un video”, ha ammesso.

Simone Cicalone

Poco dopo, una pattuglia dei carabinieri si è avvicinata e ha raccolto la sua testimonianza. Ma la tensione non era destinata a svanire. La sera successiva, nuovo episodio: una Smart Brabus si ferma sotto casa sua. Dentro, due persone diverse da quelle della Fiat. “Mi hanno urlato: ‘Ti ammazziamo’. Li abbiamo inseguiti fino al semaforo, ma sono riusciti a dileguarsi”.

Una doppia intimidazione in meno di 24 ore, che per Cicalone non è casuale. Da anni, attraverso i suoi video — spesso girati nei sotterranei della metro di Roma — documenta la presenza di borseggiatori in azione, attirandosi simpatie e critiche. “Insulti e scritte contro di me ne ho viste tante, da San Lorenzo a Colle Salario. Ma una cosa così diretta non mi era mai successa”.

Nonostante la paura, lo youtuber non ha intenzione di fermarsi:Continuerò a raccontare quello che succede. Non avete idea di quanti documenti smarriti raccogliamo ogni settimana. La situazione nei mezzi pubblici è seria, e serve attenzione”.

In attesa che le forze dell’ordine facciano chiarezza su quanto accaduto, resta il segnale inquietante di un’escalation che va ben oltre il semplice dissenso. E pone interrogativi su libertà d’espressione, sicurezza e legalità in una città sempre più complessa da raccontare.


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