

I quartieri più coinvolti: Ostia, Primavalle, San Basilio, Romanina, Borghesiana, Pigneto, Montespaccato
Ben 93 in totale sono i gruppi mafiosi che malversano nel Lazio al dicembre 2017, di questi circa 50 gravano su Roma. 512 sono le aziende e 1.732 beni confiscati. Questi e molti altri dati sono contenuti nel 3° rapporto Mafie nel Lazio, 300 pagine di resoconto rigoroso e documentato delle principali inchieste giudiziarie sulle organizzazioni criminali nella Regione e dei documenti istituzionali degli interventi pubblici sul fenomeno mafioso nel periodo tra luglio 2016 e dicembre 2017.
La presentazione Rapporto si è tenuta lunedì 23 aprile alle ore 11, presso WeGil in largo Ascianghi 5 a Roma. Da esso emerge un quadro d’insieme per un’analisi sulla penetrazione delle mafie nel Lazio in particolare nella città di Roma. Il lavoro è il risultato del monitoraggio curato dall’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio. Si tratta di una analisi alimentata, nel tempo, dal confronto con le Forze di Polizia, la Magistratura e le Istituzioni. Un testo in cui a parlare sono soltanto i fatti, le vicende giudiziarie, gli atti consultati, i numeri e le statistiche ufficiali.
Alla presentazione sono intervenuti Nicola Zingaretti (Presidente della Regione Lazio), Gianpiero Cioffredi (Presidente Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio), Don Luigi Ciotti(Presidente Associazione Libera), Paola Basilone (Prefetto di Roma), Guido Marino (Questore di Roma), Gen. Antonio De Vita (Comandante Provinciale Carabinieri di Roma), Col. Gerardo Mastrodomenico (Comandante G.I.C.O. della G.d.F.), Col. Francesco Gosciu (Capo Centro Operativo DIA di Roma).
Nel 2017, secondo i dati forniti dalla Direzione distrettuale antimafia – sono stati 6 i procedimenti con 29 indagati per associazione di stampo mafioso, 58 i procedimenti con 412 indagati per reati con l’aggravante del metodo mafioso, 102 procedimenti con 1010 indagati per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, 21 procedimenti con 164 indagati per traffico di rifiuti e 9 procedimenti con 40 indagati per usura.
E ancora: le operazioni finanziarie sospette, segnalate alla UIF della Banca d’Italia, nel 2017 sono state 9769, 5706 i bonifici bancari in entrata dai cosiddetti ‘Paradisi Fiscali’ e 4372 quelli in uscita, nel Lazio sono state 512 le aziende e 1.732 i beni confiscati. I clan attivi nel Lazio al dicembre 2017, citati in indagini o atti istituzionali negli ultimi 4 anni, sono 93, compresi gruppi, famiglie tradizionali e autoctone e narcotrafficanti che usano il metodo mafioso. Di questi 50 operano nel solo territorio di Roma, dove, secondo il rapporto, sono presenti clan di mafia tradizionale, come Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, gruppi di derivazione mafiosa che son diventati “autonomi” sul territorio romano, clan autoctoni o generati dal tessuto socio-economico romano che nel tempo hanno “mutuato” per effetto contagio “il metodo mafioso” che oggi esercitano sul territorio, come già confermato in alcune sentenze.
Sono presenti a Roma, secondo il rapporto, boss delle mafie straniere e gruppi flessibili e autonomi che entrano in azione con quelli presenti e con i narcotrafficanti che a Roma commerciano droga e controllano alcuni quartieri. I chili di stupefacenti sequestrati nella regione sono stati 7.883 e nella sola Capitale funzionano in contemporanea e per tutto il giorno un centinaio di piazze di spaccio, in particolare nei quartieri di Ostia, Primavalle, San Basilio, Romanina, Borghesiana, Pigneto, Montespaccato e soprattutto a Tor Bella Monaca, dove c’è la maggiore concentrazione, con 11 clan che si spartiscono il territorio.
I gruppi organizzati, in gran parte romani, gestiscono le piazze di spaccio con una rigidissima suddivisione del territorio, spesso nella stessa strada, e hanno rapporti e relazioni con soggetti componenti appartenenti ai casalesi, gruppi di camorra e soprattutto calabresi, che sono i grandi fornitori delle piazze di stupefacenti. E’ comunque la ‘ndrangheta che può essere considerata l’organizzazione leader nel settore del narcotraffico romano e non solo.
“In queste pagine – afferma Gianpiero Cioffredi – è documentato uno scenario criminale complesso che evidenzia un sistema multilivello che è tenuto in equilibrio da tre fattori, individuati nella pax mafiosa siglata dai diversi boss storici che hanno interesse a salvaguardare questo mercato privilegiato di investimenti e di accordi fra le diverse mafie, nelle reti di corruzione che rendono permeabili e convenienti i contesti in cui operano i boss e infine, come dimostrato da alcune operazioni dell’ultimo anno, dai ‘facilitatori’, soggetti in grado di facilitare, appunto, l’incontro fra la domanda e l’offerta in questo mercato criminale complesso e non sempre stabile”.
Ecco le aree soggette al controllo del territorio da parte delle mafie autoctone
1. QUARTIERE AFRICANO
Clan Pelle-Pizzata
Clan Mazzagatti
2. PRIMAVALLE
Famiglia Domizi
Famiglia Mazza
Famiglia Martinelli
3. DONNA OLIMPIA
MONTEVERDE
Gruppo Proietti-Galletti
4. OSTIA
Gruppo Fasciani
Famiglia Spada
5. QUADRARO
Gruppo Senese
Clan Casamonica
6. TUSCOLANO-CINECITTA’
Clan Pelle-Pizzata
Clan Pagnozzi
Clan Casamonica
7. QUARTICCIOLO
Clan Molè
Clan Pagnozzi
8. TOR BELLA MONACA
Gruppo Senese
Clan casamonica
Clan Moccia
Clan Gallace
Famiglia Damiani-Fabietti
Gruppo Monterisi
Clan Aye-Clan Eye (Mafia
Nigeriana)
Gruppo Crescenzi
Famiglia Cordaro
Famiglia Sparapano
Gruppo Capogna
9. TORREMAURA
Gallace-Romagnoli
10. ROMANINA
Clan Casamonica
11. CASILINO
Clan Pelle Pizzata
Clan Gallace-Romagnoli
12. SAN BASILIO
Gruppo Papillo
Gruppo Cimmino
Gruppo Cataldi
Clan Gallace
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