

Un segno tangibile, nato da una proposta della consigliera municipale Carla Corciulo Cortibelli (Sinistra Civica Ecologista) e approvato dall’Aula Giulio Cesare
Non più soltanto una targa, ma un giardino. A San Basilio il ricordo di Fabrizio Ceruso, il ragazzo di 19 anni ucciso da un proiettile nel 1974 durante gli scontri seguiti agli sgomberi delle case popolari, trova oggi una nuova casa: uno spazio verde dedicato al suo nome, alla sua storia, al suo sacrificio.
Un segno tangibile, nato da una proposta della consigliera municipale Carla Corciulo Cortibelli (Sinistra Civica Ecologista) e approvato dall’Aula Giulio Cesare, che restituisce al quartiere non solo un luogo, ma un simbolo.
Fabrizio, per San Basilio, non è mai stato un ricordo sbiadito: è il volto delle lotte per la casa, il ragazzo che incarna la resistenza di centinaia di famiglie che allora, come oggi, rivendicavano dignità e diritti.
A ricordarlo è stato anche Alessandro Luparelli, capogruppo di SCE in Campidoglio: «Roma ha sempre conosciuto la lotta per l’abitare. Già nel dopoguerra, con le baraccopoli nate ai margini della città, e poi negli anni del boom, quando le nuove costruzioni erano destinate a pochi privilegiati. Nel ’74, a San Basilio, 150 nuclei familiari resistettero a uno sgombero e diedero il via a una stagione che cambiò la città. In quel contesto maturò la morte di Fabrizio».
Il pomeriggio del 6 settembre un corteo partito dalla metro Rebibbia ha attraversato le strade della memoria, fino alla cerimonia di intitolazione, guidata dall’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio. Parole cariche di emozione le sue: «La memoria è un ingranaggio vivo, un testimone che passa di generazione in generazione. È stata una giornata intensa, trascorsa con sua sorella Carla, che non ha mai smesso di lottare, e con tanti giovani che portano avanti questa storia dolorosa e preziosa della città».
Ora, nel cuore del quartiere, quel giardino non è solo un luogo di sosta o di incontro. È un pezzo di memoria che cresce insieme agli alberi piantati, un luogo dove le radici affondano nel passato e i rami si protendono verso il futuro. Fabrizio continua a camminare accanto a San Basilio: non come un ricordo lontano, ma come una presenza viva che parla alle nuove generazioni.
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