

Il giovane è stato arrestato in flagranza e condotto in tribunale, dove il giudice ha convalidato il fermo e disposto i domiciliari
Un ragazzo, appena 23 anni, incensurato e insospettabile agli occhi del quartiere. Eppure dietro la porta del suo appartamento in via Flavio Stilicone, zona Don Bosco, i carabinieri hanno trovato un mondo parallelo fatto di droga, armi e persino finti simboli delle forze dell’ordine.
Il blitz è scattato quando i militari della stazione Eur lo hanno sorpreso sotto casa mentre cedeva poco più di 15 grammi di hashish a un coetaneo, subito segnalato come assuntore. Da lì la perquisizione personale e domiciliare: e quello che sembrava un piccolo spacciatore si è rivelato il custode di un tesoro illecito.
In camera da letto e perfino nel congelatore della cucina erano nascosti quasi due chili di hashish, cocaina, crack e marijuana, insieme a bilancini di precisione, materiale per confezionare le dosi e 1.300 euro in contanti.
Ma la scoperta più inquietante è arrivata subito dopo: un arsenale di armi bianche e improprie.
Quattro pugnali, pistole softair senza tappo rosso e senza matricola, una pistola scacciacani, un taser, due sfollagente, tre paia di manette e cinque proiettili calibro 9×21.
E ancora, divise e segni distintivi delle forze dell’ordine: gradi metallici, porta placca, tubolari, una polo con i gradi da capitano, due baschi militari. Una collezione che lascia aperti molti interrogativi: li usava per sé o custodiva il materiale per conto di qualcun altro?
Il giovane è stato arrestato in flagranza e condotto in tribunale, dove il giudice ha convalidato il fermo e disposto i domiciliari. Le accuse sono pesanti: spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi e possesso illegale di segni distintivi delle forze armate.
Un profilo fino a ieri sconosciuto, che oggi diventa il volto di un mistero tutto da chiarire: chi si nasconde davvero dietro quel ragazzo insospettabile?
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