Corridoio T5: metro leggera da Anagnina a Torre Angela ma non a Ciampino
Amputato il braccio di collegamento con la stazione Fs del comune limitrofo. Passerà invece sulla centralità di ScarpelliniEbbene sì, mi sono sbagliato. Nell’ultimo articolo sulla cosiddetta “metropolitana leggera” Anagnina-Torre Angela ho scritto che forse per un errore tipografico l’amministrazione comunale e segnatamente il commissario alla mobilità Sindaco Alemanno si erano dimenticati, nel Bilancio di midio termine, del braccio previsto dal corridoio di mobilità T5 che doveva congiungere anche Ciampino stazione FS. Invece non era colpa del tipografo o di un disattento correttore di bozze, gli è che nel progetto questo congiungimento, almeno per ora, non c’è.
Eppure sarebbe quanto mai necessario. Per due buone ragioni.
La prima perché andrebbe a servire l’urbanizzazione prevista nell’area di 50 ettari di Campo Romano fra Anagnina e Tuscolana (600.000 mc. fra Pdz 167, residenziale privato, Print ex Fatme) 3000 nuovi residenti. E la seconda perché servirebbe i circa 40 mila abitanti di Casal Morena che ancora oggi, dopo molti anni, aspettano invano un autobus che li porti alla stazione di Ciampino dove transitano circa 80 treni al giorno che in 13-15 minuti portano a Roma Termini.
Molte automobili che la mattina e la sera provenendo da Morena si riversano sull’Anagnina per raggiungere il Terminal della metro A se ne starebbero a riposo non intasando l’arteria consolare e con essa anche i polmoni dei cittadini.
Tra luglio e agosto scorsi per la realizzazione della metropolitana leggera sono stati svolti dei sondaggi geognostici lungo via Tuscolana, via Schiavonetti e via di Tor Vergata.
Non siamo ancora all’apertura dei cantieri ma è già qualcosa. Tuttavia rimane il problema dell’amputazione del corridoio verso la Stazione di Ciampino. Senza questa congiunzione l’effetto “rete” del corridoio sarebbe, e di molto, ridotto.
Mentre mi domandavo il perché di questa amputazione mi sono ricordato dell’annuncio dell’assessore Corsini sulla cosiddetta “densificazione” cementificatoria delle centralità previste dal Piano Regolatore. L’assessore ne prospetta addirittura un raddoppio. Come si sa fra di esse c’è l’area di Romanina di proprietà del costruttore Scarpellini: 92 ettari per 1.130.000 mc. Una centralità che è stata un vero regalo della giunta Veltroni al ben ammanicato, con i palazzi del potere, imprenditore. Lui stesso dichiarò a “Report”, nella famosa trasmissione sui “Re di Roma” del maggio 2008, di aver acquistato l’area nel 1990 al prezzo di 160 miliardi di vecchie lire (circa 82 milioni di euro attuali) e di averla vista crescere di valore di 7-8 volte con la decisione di farne una centralità. Poi non contento del milione e passa di mc ne chiese, nel 2007, un consistente incremento di altri 670.000 offrendo in cambio 50 milioni di euro per realizzare il prolungamento della metro A da Anagnina alla sua centralità. Una piccola mancia per un opera da 350-400 mln di euro che avrebbe incrementato ancora di più il valore immobiliare della sua proprietà. La richiesta cadde nel vuoto anche per la battaglia di denuncia pubblica che la Comunità Territoriale del X Municipio fece in proposito.
Si mostrò allora, in modo ancor più evidente, il carattere puramente speculativo di quella centralità di cui nessuno finora ha saputo indicare quali funzioni qualificanti metterci, collocata ad appena 200 metri da quella di Tor Vergata di ben 560 ettari pubblici già ben avviata nelle sue funzioni metropolitane: Università, Policlinico, Agenzia spaziale italiana, “Città dello sport” di Calatrava e, ora, anche il campus universitario. Adiacenti all’area il Cnr e il Centro servizi della Banca d’Italia.
Una delle cose che il Piano regolatore prescrive per il decollo delle centralità a pianificazione da definire è la preliminare infrastrutturazione del trasporto pubblico su ferro. E allora siccome a pensar male si fa peccato ma – come diceva Andreotti che di malignità se ne intende – spesso ci si indovina, sorge il dubbio che l’amputazione del corridoio T5 e la sua parziale realizzazione solo nel tratto di metropolitana leggera Anagnina-Romanina-centralità Scarpelliana-Tor Vergata sia funzionale non solo ad una giusta esigenza dei cittadini ma, e soprattutto, ad un grande e nuovo regalo speculativo assai più succoso di quello richiesto da Scarpellini nel 2007.
Infatti il metro leggero potrebbe, nelle menti dell’amministrazione comunale di Alemanno, giustificare la densificazione cubatoria di Romanina. Con 380 milioni di soldi pubblici, tale il costo preventivato dell’opera, si potrebbe raddoppiare il 1.130.000 mc scarpelliniani. Un mare di cemento i cui effetti “umani” renderebbero del tutto insufficiente l’infrastruttura su ferro.
C’è da dire che l’ulteriore valorizzazione fondiaria e immobiliare per una parte dovrebbe essere incamerata dal Comune. Ma fatti tutti i conti del dare e dell’avere fra pubblico e privato, fra costi pubblici e vantaggi privati, non c’è dubbio che l’affaire sarebbe una manna dal cielo per il solito noto.
Sul corridoio dimezzato ci sarebbe materia per attivare il tavolo interistituzionale recentemente istituito con apposito protocollo dal X Municipio e dai comuni limitrofi di Ciampino, Frascati e Grottaferrata, magari con la partecipazione del Campidoglio e della Provincia che lo ha progettato. Chissà se qualcuno lo farà. Il rischio è quello di avere un metro leggero e monco a sostegno di una speculazione pesante.
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CEMENTO E'PROGRESSO, BRAVI SCARPELLINI E ALEMANNO, BASTA CON LA POLTICA DEL NON FARE, DEL FARE VERDE E POI AVERE PRATI DEGRADATI DI TEPPAGLIA CHE SI FUMA HASHISH ETC MEGLIOINVECE RIQUALIFICAZIONE DI CEMENTO E CRISTALLO DI SCARPELLINI E ALEMANNO, BRAVI FINALMENTE LA ROMANINA ESCE DALLA MALANOMINA CHE HA, CREATA DALL'ISOLAZIONISMO BORGATARO ROSSO-VERDE!