C’è ancora del marcio in Danimarca – Dalle Politiche agricole all’Agroalimentare – Quello che non fecero gli Alemanni e i Marini

Fatti e misfatti di gennaio 2016
Mario Relandini - 13 Gennaio 2016

C’è ancora del marcio in Danimarca

“In futuro daremo accoglienza a chi è in fuga da guerre e da persecuzioni – ha fatto sapere il Governo danese – solo in cambio del sequestro dei loro beni di valore”.

O l’anello di fidanzamento, la cornice d’argento con la foto dei bambini, la spilla d’oro ereditata dalla nonna, un velo di pura seta, un golfino di autentico cachemire indiano oppure, insomma, “pussa via, crepa”. E allora è vero: “C’è del marcio in Danimarca”. Lo aveva fatto dire William Shakespeare, nell’ “Amleto “, dal personaggio Marcello al personaggio Orazio. In un’altra storia, in un altro contesto e in un’altra situazione, certo, ma, evidentemente, c’è sempre e ancora del marcio in Danimarca.

Dalle Politiche agricole all’Agroalimentare

Il Ministero delle Politiche agricole – ha annunciato il “premier” Renzi – cambierà nome: si chiamerà, a breve, Ministero dell’Agroalimentare.

Coraggioso e saggio realismo. Considerato che le politiche agricole, fino ad oggi, non sono maturate in alcuna stagione, più giusto connotare il Ministero con riferimenti al caciocavallo e ai salami, alla rapa rossa e ai cavoli. Anche, magari, ai cavoletti di Bruxelles.

Quello che non fecero gli Alemanni e i Marini

Francesco Paolo Tronca

Francesco Paolo Tronca

“E’ partita – su alcuni tratti del Lungotevere a Roma – la nuova asfaltatura dei marciapiedi. Ma la ditta appaltatrice ha gettato l’asfalto fino a tutto intorno i tronchi dei platani secolari. Senza lasciare loro, cioé, lo “spazietto aiola” attraverso il quale respirare e assorbire l’acqua piovana e la rugiada”.

Che cos’è? “Volevate l’asfalto, eccovi l’asfalto”? Oppure la ditta asfaltatrice ha pensato bene di guadagnare di più, magari con una “variante”, asfaltando anche i polmoni dei platani? E i tecnici del Comune? Non sanno che gli alberi hanno necessità di almeno un piccolo spazio di terra intorno? Oppure se ne sono irresponsabilmente infischiati? Ora però, se non si interverrà al più presto, quegli alberi monumentali, uno dei vanti della città, rischieranno prima o poi di morire. L’augurio è che il Commissario straordinario Tronca non voglia passare alla storia di Roma per avere troncato quello che non avevano troncato nemmeno gli Alemanni e i Marini. Gianni e Ignazio.

 

Timbrificio Centocelle

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