

Per affrontare la questione, in Campidoglio è arrivata una risoluzione che chiede il coinvolgimento di Asl e Arpa per verificare l’impatto acustico
Non è il fragore dei tram, né il caos del traffico. Il nemico del sonno, stavolta, ha il suono costante e monotono di un brusio metallico. Sono i giganteschi impianti di aerazione e climatizzazione degli hotel, che lavorano senza sosta giorno e notte, a pochi metri dalle finestre dei palazzi del centro storico.
Un rumore che non si spegne mai, che accompagna i residenti anche nelle ore più silenziose, trasformando la quiete notturna in un incubo di ronzii e vibrazioni.
A denunciare il disagio sono i residenti del centro storico, sempre più stretti tra il fascino del turismo internazionale e la fatica del quotidiano. “Il rumore costante degli impianti è un problema in crescita, che mina la vivibilità dei nostri quartieri – spiega Lorenzo Minio Paluello, capogruppo della lista civica Roma Futura – Non riguarda solo chi abita qui, ma il modello stesso di città che vogliamo”.
Per affrontare la questione, in Campidoglio è arrivata una risoluzione che chiede il coinvolgimento di Asl e Arpa per verificare l’impatto acustico.
L’obiettivo è chiaro: conciliare l’accoglienza turistica con il diritto al riposo dei cittadini. “Vogliamo controlli sistematici già al momento dell’installazione degli impianti e, dove serve, l’obbligo di insonorizzazione o filtri per ridurre il rumore”, ha sottolineato Paluello.
La sfida non è di poco conto. Roma, anno dopo anno, vede crescere il numero dei turisti e l’apertura di alberghi sempre più grandi e lussuosi: dal Bulgari Hotel in piazza Augusto Imperatore al Romeo Hotel in via Ripetta.
Ma se da un lato la città diventa vetrina internazionale, dall’altro i suoi Rioni rischiano di svuotarsi dei residenti storici, esasperati da un vivere quotidiano sempre più sacrificato.
Un equilibrio fragile che va ritrovato, sottolineano i residenti: riuscire a dormire con le finestre aperte d’estate senza il rumore continuo di gruppi frigoriferi e torri di raffreddamento non è un capriccio, ma un diritto. “Roma deve crescere come città turistica senza sacrificare la qualità della vita di chi la abita”, ribadisce Paluello. Perché a volte il confine tra restare o abbandonare la propria casa si misura proprio in quelle notti insonni.
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