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Grido di aiuto dei Pescatori di Ostia

Appello a istituzioni per dragaggio canale e riqualificazione territorio

Questa mattina 24 marzo i Pescatori di Ostia hanno organizzato una protesta per portare all’attenzione la delicata questione dell’insabbiamento del canale. Da tempo, infatti, i pescatori richiedevano interventi di manutenzione sul Canale dei Pescatori, con relative procedure di dragaggio. Gli appelli, rimasti inascoltati, hanno provocato ingenti danni economici ai pescatori ma anche a tutto l’indotto ittico che dipende direttamente dalla navigabilità del canale.

Vincenzo Basso
Vincenzo Basso

“Questa manifestazione – scrive il presidente dell’associazione Canale dei Pescatori Vincenzo basso -ha lo scopo di richiedere interventi, non più rimandabili, sul Canale dei Pescatori e richiamare l’attenzione del Comune di Roma e della Regione Lazio sulla necessità di incrementare le risorse economiche per Ostia. Basta sentirsi rispondere che non ci sono i soldi. Ostia è al degrado. Il nostro è un Municipio non paragonabile ad altri delle periferie romane. E’ una vera e propria cittadina, bisognosa di urgenti e rilevanti interventi strutturali e manutentivi. Occorre un intervento economico straordinario e Mafia Capitale non puo’ e non deve essere un ostacolo alla riqualificazione di questo nostro Territorio. Questo nostro Canale, che fino ad ora ha rappresentato un’occasione mancata per la cittadinanza, è un bene comune da valorizzare”.

canale dei pescatori“Esprimo tutta la mia solidarietà ai pescatori di Ostia per l’impossibilità di svolgere il proprio lavoro a causa del mancato dragaggio del Canale dei Pescatori, atteso da otto mesi. E’ quanto dichiara in una nota la consigliera capitolina Maria Gemma Azuni, (Sinistra, Ecologia Libertà). Ho seguito l’iter burocratico per l’impegno dei fondi e proprio nei giorni scorsi ho avuto rassicurazioni dagli Uffici sull’imminente inizio dei lavori.

Mi auguro che in futuro la programmazione del drenaggio del canale sia eseguita nei tempi opportuni per prevenire qualsiasi interruzione dell’attività che sostiene 50 famiglie. I lavoratori, peraltro, non usufruiscono di alcun indennizzo per i mancati guadagni legati alla pesca.

 


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