Memoria nera 3: 80° dell’eccidio nazifascista delle Ardeatine
La destra di Governo, Premier in testa, perde il pelo, ma non il vizio di stravolgere la StoriaRoma, 1943-1944, Prologo di un eccidio
7 Ottobre 1943: i tedeschi, con l’attiva collaborazione dei fascisti del Generale Graziani, arrestano e deportano 1.500 Carabinieri Reali di Stanza a Roma, 600 dei quali moriranno nei Campi di Concentramento e sterminio nazisti.
16 Ottobre 1943: i nazisti rastrellano in tutta Roma 1.059 ebrei. Ne deporteranno ad Auschwitz 1.029. Di questi ne torneranno solo 16, tra cui una sola donna, Settimia Spizzichino. Dei 200 bambini rastrellati quel giorno, nessuno resterà in vita.
4 Gennaio 1944: 320 detenuti, prelevati dal Carcere romano di Regina Coeli, vengono deportati verso i KL di Dachau e Mauthausen. Oggi nessuno di loro è più vivo per raccontare quella storia.
24 Marzo 1944: prima dell’inizio della mattanza delle Cave Ardeatine un tedesco ferisce a morte una donna, Fedele Rasa, di anni 74, sfollata a Roma da Gaeta. La donna – che stava facendo cicoria nei campi sopra le Cave – non sente l’alt del soldato tedesco e viene ferita mortalmente. Morirà il giorno seguente all’Ospedale Santo Spireito. E’ la prima (o la 336^) vittima di quell’eccidio nazifascista.
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Dunque, pensavamo che la destra (di governo) dopo le figuracce in serie di Meloni e La Russa dell’anno scorso quest’anno, 80° Anniversario dell’eccidio delle Ardeatine, avesse avuto il buon senso di studiare meglio la Storia o altrimenti di tacere. E invece niente.
Dopo avere comunicato (l’anno passato) che i 335 assassinati alle Cave Ardeatine lo erano stati, in quanto ”italiani” e non in quanto antifascisti ed ebrei. Ieri, la Presidente del Consiglio ne ha infilata un’altra delle sue. Nel Comunicato della Presidenza del Consiglio si legge, infatti, che la strage delle Ardeatine sarebbe stata opera dei soli nazisti.
Nota: per la Storia (e per la Memoria (interessata e fallace) della Meloni, ricordo qui che tra le 335 persone assassinate alle Cave romane di pozzolana della Via Ar5deatine (per i turisti la “Via delle Catacombe”) 9 (leggasi nove) erano stranieri
E noi che – letto il comunicato – c’eravamo illusi che il Capo del Governo avesse studiato un po’ di Storia, avendo definito l’azione partigiana di Via Rasella un “attacco” (e non un “attentato”, come ci si sarebbe aspettati da una con le sue idee politiche) siamo rimasti delusi assai dalla “dimenticanza” della Meloni, riguardo la partecipazione attiva dei fascisti nella predisposizione della mattanza del 24 Marzo 1944, avendo – come è noto e storicamente provato – il Questore fascista Pietro Caruso, predisposto (con l’aiuto del criminale fascista Pietro Koch, poi fucilato a Forte Bravetta) – su ordine di Kappler e con l’avallo annoiato del Ministro degli Interni della RSI, Guido Buffarini Guidi – una lista di 50 nominativi da aggiungere ai 285 già trascritti fa Kappler nella sua di Lista e per questo crimine essendo stato Pietro Caruso – a tre mesi dalla liberazione di Roma – processato, condannato a morte e fucilato, a Forte Bravetta (luogo, durante l’occupazione tedesca di Roma, della fucilazione di 70 partigiani, tra i quali il partigiano delle Fornaci Mario Carucci), il 22 Settembre del 1944.
Il breve momento di “euforia”, per la giusta definizione meloniana di quell’atto di guerra partigiano, del 23 Marzo del ’44, si è velocemente trasformato in rabbia (ma anche in qualcosa d’altro che lascio alla vostra immaginazione) per quella “dimenticanza” non di poco conto e strumentale ad una visione distorta della Storia che non inganna nessuno, salvo abbindolare i camerati che in gran numero sono iscritti al “Fan Club nero” di Giorgia Meloni.
Certo, per chi come l’attuale Presidente del Consiglio dall’età di 15 anni e per molti anni dopo, ha fatto il tifo per le carogne nere, collaborazioniste ed assassine fedeli a Mussolini e Almirante (il “fucilatore di partigiani”) è difficile ammettere la verità effettuale delle cose (e della Storia). e chiamare quegli infami delatori e collaborazionisti con il loro appellativo vero, cioè fascisti assassini.
Parafrasando il verso di una vecchia canzone di Caterina Caselli si potrebbe dire “la verità ti fa male, lo so”. Ma io – dopo avere appioppato un bel 2 in Storia alla Meloni – preferisco il vecchio adagio popolare che recita: “il lupo perde il pelo, ma non il vizio”.
Sotto trovate, riguardo a quanto detto ieri dalla Meloni sull’eccidio delle Ardeatine, la dichiarazione rilasciata all’ANSA da Gianfranco Pagliarulo, nostro Presidente Nazionale.
Nota: molto bella e partecipata è stata, invece, la Staffetta Partigiana in Bicicletta svoltasi ieri per ricordare quell’eccidio e i 335 assassinati, in quella Cava, perché antifascisti ed ebrei (https://www.anpi.it/il-24-marzo-roma-staffetta-antifascista-e-partigiana-bicicletta-80-anni-dalla-strage-nazifascista).
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Pagliarulo all’Ansa: “Ancora una volta Giorgia Meloni omette le responsabilità dei fascisti nella strage alle Fosse Ardeatine”
24 Marzo 2024
“Ancora una volta la Presidente del Consiglio omette e confonde. Non parla della responsabilità dei fascisti italiani a cominciare dal questore Caruso che fu condannato a morte per aver approntato la lista di 50 persone da sopprimere alle Ardeatine. Non dice che le vittime furono in grande maggioranza antifascisti ed ebrei. È la solita rilettura capziosa della storia che tende sempre a coprire le responsabilità dei fascisti e a negare il valore dell’antifascismo. Un’altra occasione perduta”
Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale ANPI
(Dichiarazione rilasciata all’Ansa) (www.anpi.it)
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