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No al Digestore Anaerobico a Casal Selce (XIII Municipio)

Si a piccoli impianti di compostagio aerobico

Il Consiglio comunale di Roma Capitale ha deciso a fine febbraio la realizzazione di due Digestori anaerobici a Cesano (Municipio 15) ed a Casal Selce (Municipio 13), con i fondi del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Ogni impianto costa 59 milioni di euro, 40 dei quali finanziati con il PNRR dal Ministero della transizione ecologica (gli altri 19 sono a carico dell’AMA) e può “trattare” 120.000 tonnellate annue di rifiuti organici, derivanti dalla “raccolta differenziata”. Un terzo impianto, di eguale capacità, quasi certamente si farà a Maccarese (Comune di Fiumicino), mediante un “accordo di programma” tra i due Comuni, ampliando quello locale, che attualmente tratta 30.000 tonnellate annue di “umido”.

Con questi impianti la Giunta del Comune di Roma ritiene di risolvere il problema del trattamento dei rifiuti organici (il cosiddetto “umido”), che attualmente ammontano a circa 160.000  tonnellate annue e che sono portati per lo “smaltimento” in gran parte fuori dalla Regione, con un costo di 40 milioni l’anno, in particolare a Pordenone (Friuli) ed a Este (Veneto).

Le due aree di Cesano e di Casal Selce sono state scelte dalla precedente Amministrazione comunale per la realizzazione di “impianti di compostaggio aerobico”, con una capacità di trattamento annuo di 60.000 tonnellate di “umido”.    L’attuale Amministrazione ritiene che il “cambio di tecnologia dell’impianto”, da “aerobico” ad “anaerobico” e l’aumento della “capacità di trattamento” non comporta particolari problemi di sicurezza. Invece, il Movimento Legge Rifiuti Zero ritiene che i rifiuti organici debbano essere trattati in impianti di compostaggio aerobico di piccole  e medie dimensioni. Infatti i Digestori anaerobici sono inquinanti dato che producono un biogas composto per il 60% di metano, che deve esser quindi “purificato”. Il restante 40% è composto da gas nocivi, quali l’anidride carbonica e solforosa  e l’ammoniaca. Inoltre,  la Rete di distribuzione del metano ha “perdite” di circa il 20 % (le perdite della Rete dell’acqua potabile sono addirittura superiori) ed il “residuo” prodotto dai Biodigestori anaerobici è un fango, chiamato “digestato”, che  contiene sostanze tossiche e quindi è un “rifiuto speciale”, che non può essere usato per uso agricolo, ma  andrebbe smaltito in discarica. L’eventuale trattamento  ha costi molti alti e quindi non è conveniente. Ciononostante,  al Nord, dove ci sono molti  Digestori anaerobici, è versato, dietro compenso, nei campi senza essere “trattato”. Pertanto i Digestori anaerobici sono in contrasto con le Direttive dell’Unione Europa e del Programma ambientale ONU del 2020, che prevede la riduzione del 45% delle emissioni di metano entro il 2030.

Inoltre, la normativa  non consente il “recupero di energia” dai rifiuti organici, come si vorrebbe fare con i Digestori anaerobici, perché in contrasto con i principi dell’Economia circolare, in particolare con il relativo Programma approvato nel 2020  dal Comune di Roma capitale. Pertanto la costruzione dei Digestori anaerobici, secondo il  Movimento Legge Rifiuti Zero non può essere finanziata con i fondi europei e quindi con i Fondi del PNRR, con i quali si può invece finanziare la costruzione di impianti di compostaggio aerobico, che peraltro costano un terzo dei Digestori anaerobici.

Naturalmente a Cesano il locale Comitato che da anni lotta contro le antenne della Radio Vaticana (accusate di emettere radiazioni pericolose per la salute) ed il deposito di scorie nucleari del Centro di ricerche Enea della Casaccia, e che era anche contrario all’impianto di compostaggio aerobico, capace di trattare 60.000 tonnellate di “umido”, perché troppo invasivo, si è subito mobilitato contro la realizzazione del grande Biodigestore anaerobico da 120.000 tonnellate, contro il quale si è espresso all’unanimità  anche il Consiglio del Municipio 15.

Anche il Consiglio del Municipio 13, con una maggioranza trasversale PD-Lega.Fratelli d’Italia, ha detto NO all’impianto a Casal Selce, perché la zona ha “già pagato”con la vicinanza alla discarica di Malagrotta (la più grande d’Europa, chiusa da alcuni anni), che pertanto andrebbe collocato altrove, sempre all’interno del territorio  municipale.

Nel Municipio 13 è nato un Comitato, che, recependo le indicazioni del Movimento Legge Rifiuti Zero, vuole la realizzazione di piccoli impianti di compostaggio aerobico, capaci di trattare al massimo 30.000 tonnellate di “umido”, diffusi nel territorio (quindi in ogni Municipio, tranne il Centro storico), per la produzione di compost idoneo per l’uso in agricoltura. Si possono anche realizzare impianti molto piccoli, “di comunità”, da installare nei cortili condominiali, incentivati con la riduzione della TARI.

Pertanto, il problema dei rifiuti va risolto attraverso il “ciclo virtuoso dei rifiuti”, partendo dalla “raccolta differenziata”, soprattutto “porta a porta”, che  deve essere spinta al massimo, differenziando almeno 85% dei rifiuti (attualmente è circa il 40%, molto inferiore all’obiettivo del 65% fissato a livello nazionale), e sensibilizzando i cittadini a “differenziare bene”, soprattutto l’umido, in modo che possa essere trattato facilmente negli impianti di compostaggio aerobico.


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