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Capocotta resiste, Ostia arranca: la stagione balneare parte zoppa

La situazione del litorale romano dopo l'avvio della stagione balneare

È bastato il primo sole e un ponte festivo per riportare in massa i romani sulle spiagge. Il Primo Maggio ha offerto un’anteprima di estate sul litorale capitolino, da Ostia a Capocotta. Ma la cartolina restituita da questo primo assalto alla costa non è quella di una Capitale pronta per la stagione balneare.

Sei spiagge libere attrezzate su nove sono state assegnate, ma a pochi giorni dall’avvio della stagione, e il risultato si è visto: i servizi promessi nei bandi, dalla ristorazione alla pulizia, sono ancora lontani dal decollare.

Mancano i permessi per iniziare le attività, e i ritardi dell’amministrazione si sono riflessi in spiagge dove la mancanza di pulizia è stata evidente, in particolare nel tratto di ponente, quello rimasto privo di concessionari.

Là dove i concessionari ci sono, come nella storica spiaggia del Curvone, la situazione migliora ma resta tutt’altro che ideale. I cassonetti, per fortuna presenti, sono spesso privi di indicazioni per la raccolta differenziata, rendendo difficile un corretto smaltimento dei rifiuti.

Nota positiva la ciclabile, che dopo mesi di polemiche per l’invasione della sabbia, è stata finalmente liberata e resa nuovamente fruibile. Anche gli stabilimenti balneari sono aperti, ma solo perché restano in mano ai vecchi gestori: il Comune ha avviato i nuovi bandi solo a metà febbraio e, complici ricorsi e ritardi, non è ancora riuscito a riassegnarli. Così, in una sorta di gestione di fatto, i precedenti concessionari mantengono le spiagge pulite e garantiscono il servizio di salvataggio.

Ostia, intanto, sembra un cantiere a cielo aperto. Non tanto per i progetti PNRR, quanto per i lavori in corso per il ripascimento delle spiagge e la rimozione dei chioschi devastati dalle mareggiate.

Il litorale porta ancora le cicatrici dell’inverno, e alcuni storici stabilimenti, come il Kursaal e lo Shilling, restano sbarrati, con i cancelli chiusi e nessuna prospettiva di apertura a breve.

Situazione ancor più precaria a Castel Porziano, dove i famosi “Cancelli” restano senza servizi ufficiali. Fallita la via del project financing, e con un nuovo bando ancora da pubblicare, l’unica offerta viene dagli abusivi, in un quadro di totale incertezza gestionale.

Diverso, per fortuna, il discorso per Capocotta, dove – salvo il caso dell’area naturista – i bandi sono stati pubblicati per tempo. Le dune e l’ambiente naturale resistono e, almeno per ora, continuano a rappresentare un modello positivo di gestione del litorale romano.


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