Michela Di Biase
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Con Michela Di Biase profumo di periferia in Campidoglio

Dopo un’impegnativa gavetta la coraggiosa sfida della ragazza dell’Alessandrino

Michela Di BiaseHa le idee chiare su cosa fare per la sua amata periferia anzi per le periferie di Roma Michela Di Biase la giovane candidata PD al Consiglio comunale di Roma.

Eccole in sintesi: 1) investire nel patrimonio archeologico e culturale; 2) puntare sul trasporto pubblico per migliorare la qualità della vita dei cittadini; 3) valorizzazione ed incentivazione della creatività, dell’impegno e della partecipazione dei cittadini; 4) far emergere le risorse e le potenzialità straordinarie di cui le periferie di Roma sono ricche.

E le periferie, quelle del suo municipio di provenienza e non, Michela le conosce bene e si ritrova al 100 per cento nella citazione dello scrittore Carlo Cassola: “Amo la periferia più della città. Amo tutte le cose che stanno ai margini”.

I suoi concittadini lo sanno bene ed hanno imparato ad apprezzarla per la sua semplicità per la cocciutaggine con la quale si impegna per la soluzione dei problemi e l’hanno premiata eleggendola due volte come consigliera municipale.

La prima volta nel 2006 (e si è occupata di politiche giovanili e questione femminile), la seconda nel 2008 è risultata il consigliere più votato del PD e da allora ha rivestito il ruolo di capogruppo. Ora è vice presidente dell’assemblea regionale e membro della direzione romana del suo partito. Michela è nata a Roma il 17 ottobre 1980 ed è cresciuta sono cresciuta nel quartiere Alessandrino. Laureata in storia dell’arte lavora in un’ azienda pubblica. In passato ha prestato servizio civile presso il corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ha iniziato a fare politica nel suo quartiere, prima impegnandomi nell’associazionismo e in seguito militando nei DS e poi nel PD.

Ed ecco qui di seguito una summa del suo pensiero e di che cosa pensa di fare concretamente una volta eletta.

IL “BELLO” DELLA PERIFERIA

La bellezza è fatta di tante sfumature che ci arrivano soprattutto nel luogo in cui trascorriamo la nostra vita. Ogni giorno il poter scorgere la bellezza passeggiando in un viale o leggendo un libro in una piazza ci rende la vita migliore e contribuisce sicuramente a rendere le persone più belle.

È possibile dunque, conciliare l’idea di “periferia bella” con le istanze della popolazione partendo dal presupposto che ognuno ha il diritto di poter vivere dignitosamente nel luogo in cui nasce in quanto, il valore funzionale e formale della periferia modella lo stile di vita dei suoi abitanti, ne condiziona i comportamenti e le relazioni sociali.

Priorità del Comune di Roma è ricercare e rivalutare la qualità di vita urbana, trasformandola, attraverso la tutela dell’immagine, in un luogo dove il concetto di bello corrisponde anche al decoro urbanistico dei territori municipali. Attivare mezzi per la realizzazione di un progetto di recupero urbano, attraverso interventi strutturali e politiche di riqualificazione del patrimonio dell’edilizia delle periferie per le manutenzioni delle facciate degli edifici – attualmente questo provvedimento è previsto solo per il centro storico di Roma – e interventi mirati sugli edifici imbrattati da scritte.

In questo modo si punta a incrementare il valore degli immobili e, allo stesso tempo, sviluppare una riconnessione con il tessuto storico della città.

CRITERI SOCIALI DI TRASFORMAZIONE URBANA

Il Comune di Roma deve contribuire alla promozione sociale ed economica della periferia urbana, attraverso iniziative sociali e produttive delle organizzazioni locali al fine di migliorare la qualità di vita e di lavoro.

Puntare su una democrazia partecipata che metta in relazione diretta il cittadino con il Comune al fine di realizzare programmi educativi, sanitari e sociali, con l’unico scopo di contrastare l’emarginazione e migliorare le condizioni di vita negli agglomerati delle periferie.

Sviluppare un nuovo rapporto tra Istituzioni, movimenti e società, attraverso la ricostruzione e sviluppo dello spazio pubblico: mercati rionali, strade, piazze, panchine, alberi e spazi sociali, come idea di comunità e aggregazione per i processi di socializzazione, luoghi condivisi dove poter convergere, intensificare relazioni sociali e nei quali si svolge la quotidianità dei gesti pubblici, con il ruolo simbolico di porsi come contrasto alla solitudine del vivere quotidiano.

PROMUOVERE STRATEGIE POSITIVE DI MOBILITAZIONE SOCIALE

Il comune deve promuovere strategie orientate a edificare insieme alla cooperazione sociale e all’associazionismo di settore, un sistema di gestione e tutela della ricchezza fino ad oggi conseguita nelle periferie ricostruendo il pensiero di “comunità” sociale, è il punto di arrivo naturale di ogni atto governativo che una moderna Istituzione deve essere in grado di stimolare.

Attivare strategie positive di soluzione politica e non repressiva ai problemi evidenziati dai cittadini come auto-recupero, auto-costruzione, consolidamento dei luoghi alternativi di socialità e auto- organizzazione e occupazioni.

Il processo partecipativo a cui deve mirare il Comune non deve limitarsi alla redistribuzione delle risorse pubbliche disponibili, ma deve riguardare le scelte che producono nuova ricchezza per renderla socialmente disponibile.

ATTIVARE POLITICHE PER LO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE DELLE PERIFERIE

Puntare sulla valorizzazione delle risorse locali delle periferie, attuare politiche sociali che mirino a modernizzare il territorio senza necessariamente dover perdere la propria identità. Tutto ciò è possibile attraverso una politica volta a contrastare le condizioni di emarginazione a cui sono soggette le periferie.

Il Comune deve collaborare con le iniziative promosse dagli abitanti per la produzione di servizi di beni e servizi di pubblica utilità come qualità ambientale e del paesaggio, manutenzione e riqualificazione urbana, servizi sociali e assistenziali e attività sociali, avviando a questo scopo finanziamenti pubblici e privati.

Il comune deve promuovere iniziative volte alla valorizzazione delle risorse presenti nei territori periferici.

CON LE DONNE PER UNA CITTÀ APERTA ALLA MODERNITÀ

Siamo in un contesto politico e sociale di grande difficoltà e di smarrimento dei cittadini e delle cittadine. La crisi che attanaglia il nostro paese non è solo economica ma è ancor di più di valori e di perdita dell’orizzonte della dimensione umana, di impoverimento culturale e di miopia verso la grande ricchezza della diversità.

Nessuno può farcela da solo a trovare la strada giusta per ridare a questa città il respiro che merita e conquistare il primato in modernità. Tantomeno può farcela una parte sola della collettività: uomini e donne devono governare insieme per rilanciare il progresso e lo sviluppo.

Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità e sollecitare con il proprio talento ed esperienza un nuovo corso della storia. In questo contesto il ruolo ed il protagonismo delle donne e dei giovani diviene fondamentale e condizione ineludibile per accettare le sfide del momento e rilanciare l’innovazione e lo sviluppo unitamente all’affermazione dei diritti di cittadinanza.

Non si può governare una città senza le donne, per questo la prossima Giunta del Comune sarà composta in numero pari di uomini e donne e lo stesso criterio sarà garantito nelle nomine di spettanza del Comune di Roma nelle società ed aziende pubbliche.

Ma occorre anche sostenere le candidate al consiglio comunale perchè vengano elette, al fine di superare la criticità registrata con le elezioni regionali, dando la dovuta visibilità mediatica alle candidate e alle loro proposte di governo istituzionale con confronti pubblici al fianco del candidato Sindaco.

I temi urgenti che vengono richiamati dalle donne e sui quali intendono pungolare la politica e le istituzioni rendendosi protagoniste sono: il lavoro, la conciliazione dei tempi di vita, la formazione e l’istruzione, il sistema di welfare, la cultura, l’immagine femminile nei media, la rappresentanza nelle istituzioni, il contrasto alla violenza sulle donne e le nuove forme di povertà che avanzano.

Su questi punti è indispensabile trovare velocemente risposte politiche capaci di arginare l’allargamento della soglia di rischio povertà delle donne e delle famiglie ed innovare la rete di protezione sociale per garantire e rappresentare un paese civile e l’apertura di una nuova stagione di progresso.

Possiamo farcela attivando politiche concertate tra Istituzioni, donne, soggetti sociali ed economici,ridistribuendo le risorse economiche in favore di un welfare in grado di rispondere ai diversi bisogni delle donne e delle famiglie in un’epoca di profondi mutamenti sociali. Roma potrà progredire ed essere competitiva con le altre città europee se sarà capace di includere e di promuovere la cultura delle differenze quale ricchezza dell’umanità e di apertura al mondo.

La cultura, l’immagine femminile nei media, la rappresentanza nelle istituzioni, il contrasto alla violenza sulle donne, sono le priorità a cui richiameremo i nostri impegni di governo della città per aprire una nuova stagione di progresso.

ROMA LA CITTÀ DI TUTTI E PER TUTTI: DISABILITÀ, ACCESSIBILITÀ E TURISMO ACCESSIBILE.

Una città che si rispetti deve porre il cittadino al centro della vita comunale, attraverso una politica di partecipazione attiva e garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi sociali ritenuti indispensabili. Priorità per la città di Roma è, quindi, garantire la vivibilità per tutti i suoi cittadini affinchè possa diventare una metropoli europea a tutti gli effetti. La disabilità, un tema a me caro, a causa della scarsa sensibilità dell’amministrazione uscente, è un tema dimenticato dalle Istituzioni…

Il mio impegno è quello di rendere una città più vivibile per tutte le categorie di persone in primis i disabili, ma anche anziani, bambini obesi e donne in gravidanza. A tal proposito il P.E.B.A. (Piano di Eliminazione Barriere Architettoniche), ha il fine di eliminare tutti quegli ostacoli che condizionano la vita quotidiana di persone disagiate come ad esempio: gli ostacoli fisici per la mobilità per persone con capacità motoria ridotta, spazi che limitano l’uso di attrezzature ed infine totale assenza di un’apposita segnaletica per l’orientamento e la segnalazione di eventuali pericoli.

È necessario quindi fare una classificazione del patrimonio e dei percorsi urbani della città, effettuare una analisi capillare dell’accessibilità, definire dei programmi specifici di intervento per l’eliminazione delle Barriere Architettoniche, individuare i lavori di manutenzione pubblica da effettuare e promuovere gli spostamenti a piedi.

Michela Di Biase Vota

Per realizzare una città fruibile anche ai portatori di Handicap la mia idea è quella di un “Turismo accessibile”, a tal fine è necessaria una stretta collaborazione tra comune e soggetti privati come operatori turistici, per realizzare degli sportelli di informazione turistica accessibile, delle guide apposite, un sito dedicato dove vengono indicati i percorsi turistici accessibili, le strutture alberghiere ad esse adibite e tutte le strutture ricettive ad esse connesse.

Sono convinta che una città come Roma non possa restare indifferente su un tema cosi importante come la disabilità, soprattutto per l’interesse che riveste sia a livello sociale che umano.

Per rimanere in contatto con Michela Di Biase www.micheladibiase.it


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