Dal 1985 l’edicola di Claudio Olmeda a Colli Aniene

In viale Sacco e Vanzetti punto di incontro del quartiere

L’edicola di Claudio Olmeda (tel. 064066856) in viale Sacco e Vanzetti è nello stesso sito, dall’ormai lontano 1985, anno di fondazione.

Da lui sono passati generazioni di bambini, divenuti poi padri e madri, a comprare le figurine, i fumetti e poi giornali e riviste, libri ecc.

“Allora  – mi dice – le edicole vendevano soprattutto giornali, riviste, dispense. Poi sono divenute dei piccoli bazar con vendita di Cd, DVD, addirittura di giocattoli. E oggi perfino sono diventati punti dove si possono pagare le bollette, rilasciamo certificati anagrafici, ma non vendo Gratta e Vinci”.

Dopo una lunga carriera, iniziata come giovanissimo aiutante nella storica edicola di piazza Colonna – la cui foto è qui a lato, il signor Olmeda ci ha permesso di riprodurla – egli ha lavorato sempre nella distribuzione ed oggi, ci confessa sta seriamente valutando la prospettiva di chiudere ed andarsene.

Qual è lo stato salute delle edicole a Roma?

Per le edicole di Roma è crisi profonda. C’è stato un tracollo, iniziato anni fa e accelerato dal Covid nonostante gli edicolanti, con la loro attività nell’elenco di quelle essenziali, siano rimasti aperti durante il lockdown. In base ai dati forniti dalla Snag a Roma si chiudono sei edicole al giorno: 350 sono quelle sparite dalla città negli ultimi cinque anni. Gli incassi si sono ridotti di oltre il 40%. Nel 2001 le edicole e i negozi a Roma che vendevano quasi soltanto giornali, riviste e libri, erano circa 1000. La frana è partita una decina d’anni fa con la crisi economica ma ora viene giù a precipizio.

Eppure quello dell’edicolante era considerato un mestiere ricco…

Sì, certo, anche di soddisfazioni. Faticoso per gli orari, le sveglie all’alba e le chiusure ritardate. Erano anche gli anni degli allegati, delle videocassette accoppiate ai giornali, dei libri, dei gadget, delle copie abbinate ai biglietti della lotteria, del Bingo e dei Replay, dei giochi. Si sgobbava, ma alla fine del mese si portava a casa un buono stipendio. Oggi le edicole hanno ormai in media un utile inferiore alle mille euro al mese. Una cosa insostenibile per un mestiere che è comunque molto faticoso.

Come ricorda, signor Claudio il quartiere al momento dell’insediamento della sua edicola?

In buona parte era da completare, soprattutto con i servizi, i collegamenti stradali… Ad esempio il mercato AGS qui vicino non c’era ancora e anche la parrocchia qui dietro si doveva ancora formare. Ad ogni buon conto, dopo una fase iniziale un po’ dura per gli abitanti del quartiere, erano giovani, c’è stata una fase di benessere e la gente del quartiere aveva una certa agiatezza. Ora gli anziani stanno dando una mano alle nuove generazioni sempre più alle prese con lavori precari.

Lei ha una clientela storica e affezionata, per quale motivo la sua edicola resta un punto di riferimento?

Io ho mantenuto un buon rapporto con i miei clienti, li tratto bene, anche con giovialità e buonumore, ma giornali se ne vendono sempre di meno ed è sempre più difficile andare avanti. E poi dopo una lunga carriera, certi giorni avverto un po’ di stanchezza

Come sono cambiati i comportamenti dei clienti?

Il commercio locale da diversi anni è entrato in crisi. Molti abitanti del quartiere anziché comprare nei negozi sotto casa, preferiscono i centri commerciali oppure fare acquisti in internet e quindi tutti chi più chi meno stiamo subendo delle perdite. il mondo è cambiato rapidamente e sta continuando a cambiare.

Per fronteggiare la crisi cosa si dovrebbe fare?

Oggi il peso delle tasse e dei balzelli è veramente eccessivo e in più tante volte è pure difficile pagarle. Troppi rompicapo e leggi non chiare. I governanti egli amministratori dovrebbero ascoltarci e vedere con i loro occhi come è diventata difficile la nostra attività e adottare i giusti rimedi.


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