Il Bar Centrale nel cuore di Colli Aniene dal 1974

In viale Ettore Franceschini 111 offre il suo prezioso, quotidiano, apprezzato servizio

Il Bar Centrale in viale Ettore Franceschini 111 offre il suo prezioso, quotidiano, apprezzato servizio dal lontano 1974. In pratica prima che nascesse la parrocchia, al centro del quartiere, il bar centrale fondato da Adelmo Ceccarelli è stato un punto di incontro dei primi abitanti del quartiere Colli Aniene. Ed ecco l’intervista al titolare attuale Matteo Guaiana.

Il Bar Centrale fa parte della storia di questo quartiere può narrarcela in sintesi?

L’attività ha preso avvio nel 1974 con il signor Adelmo Ceccarelli in condizioni pionieristiche. L’esercizio vendeva prevalentemente latte e derivati e naturalmente il caffè. Un appuntamento che è rimasto evolvendosi fino al 2005 quando ho rilevato l’attività rinnovandola completamente e attrezzando rivalutando l’area attigua sotto i portici. Anno per anno abbiamo introdotto, partendo dalla classica caffetteria, alla gastronomia, pasticceria siciliana e il rito dell’aperitivo, sempre nuove specialità e nuovi servizi, adeguandoci alle nuove tendenze. Attualmente ci stiamo ristrutturando in Bar – Tabacchi e specializzando con pranzi veloci, aperitivi, happy hour, creando un punto di incontro soprattutto per i giovani. Non va dimenticato che offriamo anche servizi per pagamenti e postali.

Abbiamo notato, sul vostro profilo Facebook, la vivacità con la quale avanzate proposte soprattutto alla clientela giovanile?

Sui social noi ci siamo dal 2015 e il nostro staff che è composto di giovani sa dialogare con i coetanei e inventarsi sempre nuove proposte che ci hanno permesso di reagire con creatività alle avversità derivanti dal Covid. E se ce l’abbiamo fatta dobbiamo dire grazie ai nostri meravigliosi clienti.

Le ragioni del successo della ditta?

Innanzitutto cortesia e accoglienza. Chi viene al bar ha bisogno di staccare, di passare un momento piacevole e spensierato. Poi la costanza nel lavoro e l’adeguarsi alle richieste/esigenze soprattutto dei giovani. Grazie alla collaborazione dei nostri Matteo Daiana, Giorgia, Claudia, Domenica, Valentina, ci siamo inventati di tutto e di più: dalle apericene più stuzzicanti, al piccolo evento “Famo de giovedì megaperitivo a 5 euro”, addirittura all’“apericena a casa tua” a “dopo le diciotto cin cin al citofono” (con prenotazione, in tempo di restrizioni covid)

 Che ricordo ha del quartiere?

Quando ho rilevato l’attività, questo viale Franceschini era considerato il centro del quartiere; a 30 metri, in via Ruini, c’era un mercato e l’attività andava bene. Successivamente il mercato è stato spostato, ma per fortuna l’apertura di nuove attività lungo i portici hanno ravvivato nuovamente questo tratto di viale Franceschini dove si svolgono anche eventi che coinvolgono i residenti.

I comportamenti dei clienti come sono cambiati?

In tutti questi anni i cambiamenti sono stati rilevanti. Per quello che riguarda il nostro esercizio, posso dire che è cambiata proprio la concezione stessa di quello che era il bar tradizionale. Ricordo che alla riapertura, dopo la prima fase del Covid-19, nonostante si lavorasse solo con l’asporto, c’è stata una forte frequentazione, valutabile in circa un migliaio di persone al giorno. Non posso dire che fossero tutti clienti, ma si trattava di cittadini spinti dal desiderio di ricominciare a vivere.

Cosa si dovrebbe fare nell’ambito commerciale e nel quartiere?

Bisognerebbe riqualificare e rivalutare l’area dell’Anfiteatro, riattivando un punto del quartiere divenuto quasi abbandonato e poi mantenere e migliorare le attività e gli eventi che da anni si svolgono sotto questo portico.


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