Lo sciopero a rovescio, nel dopoguerra, a Primavalle nel XIV Municipio
Lo “sciopero a rovescio” è una forma singolare di protesta sociale, sviluppatasi nell’immediato dopoguerra, soprattutto tra il 1947 ed il 1951, attuata sia dai braccianti agricoli nelle lotte per la Riforma Agraria del 1950, sia dai disoccupati abitanti nelle periferie urbane delle grandi città, per chiedere non solo di lavorare ma anche la realizzazione di opere pubbliche necessarie, quali strade, scuole, case popolari.
La singolarità di questa lotta consiste nel fatto che mentre lo sciopero tradizionale è attuato da lavoratori che si astengono da lavoro, perdendo la relativa retribuzione, lo “sciopero a rovescio” (chiamato anche “sciopero alla rinversa”) è attuato da disoccupati, che prestano il proprio lavoro, volontariamente e gratuitamente, per cominciare a realizzare opere di pubblica utilità, soprattutto strade e scuole, chiedendo poi alle Istituzioni (il Ministero dei Lavori Pubblici e, più spesso, il Comune) che l’opera iniziata fosse finanziata ed appaltata per essere completata. Spesso i “volontari” chiedono anche il pagamento del lavoro effettuato.
Questo tipo di sciopero è attuato anche da braccianti agricoli disoccupati che occupano, violando il diritto di proprietà, le terre incolte ed eseguono lavori per metterle a coltura, come il dissodamento.
Lo “sciopero a rovescio” si diffonde nell’immediato dopoguerra nelle Borgate romane, all’inizio a Primavalle (ora nel Municipio 14) ed in seguito a Pietralata, alla Borgata Gordiani ed a Acilia.
Il primo caso documentato di “sciopero a rovescio” a Primavalle è, nell’autunno 1946, l’inizio della costruzione di Via del Forte Braschi, che collega la Borgata con la zona di Boccea, che è poco più di un viottolo, intransitabile anche a piedi con le piogge.
L’anno seguente, dopo lo sciopero generale contro la disoccupazione organizzato a Roma dal PCI, a Primavalle, dove si è costituito un Movimento di disoccupati, coordinato dal PCI, nel dicembre 1947 è occupato un terreno in Via Michele Bonelli, nel quale si chiede la costruzione di case popolari, e si eseguono i primi lavori di sterro. Interviene la Polizia che cerca di allontanare i manifestanti. Nello scontro è ucciso il giovane attivista comunista Giuseppe Tanas, di origine sarda. La vicenda è riportata dalla stampa. Molti anni dopo la Giunta comunale di Centro sinistra realizza le case popolari.
Il 5 e 6 maggio 1950 è realizzato a Primavalle un altro “sciopero a rovescio” per la costruzione di Via S. Melchiade Papa (per unire la Borgata con la zona di Piazza Pio IX, vicina alla Pineta Sacchetti), con una grande adesione di massa alla iniziativa, alla quale partecipano moltissime donne, organizzate dall’UDI, che raccolgono tra i commercianti e la popolazione i viveri da distribuire a coloro che lavorano nella costruzione della strada. L’iniziativa è riportata con risalto in un articolo pubblicato il 20 maggio dal quotidiano comunista L’Unità.
All’inizio di marzo 1951 è realizzato a Primavalle un altro ”sciopero a rovescio” , attraverso la sistemazione di Piazza Alfonso Capecelatro, la cui notizia è riportata sia da L’Unità, con un articolo pubblicato il 3 marzo, sia dalla CGIL, con un comunicato stampa del 4 marzo.
Negli anni 1950 e 1951 ci sono molti “scioperi a rovescio” da parte dei braccianti agricoli, nell’ambito delle lotte contadine per l’attuazione della Riforma Agraria, soprattutto in Abruzzo e nel Lazio meridionale, che si concludono spesso con scontri con le Forze dell’ordine, anche con morti e feriti.
Alcune iniziative sono filmate da registi famosi (in particolare Giuseppe De Santis e Gillo Pontecorvo) e si possono vedere in Rete.
Lo “sciopero a rovescio” più famoso e quello promosso e organizzato il 2 febbraio 1956 a Partinico (Palermo) da Danilo Dolci (un giovane sociologo triestino trasferitosi in Sicilia, poi diventato molto famoso, anche a livello internazionale per le sue iniziative), insieme con molti braccianti disoccupati (che sono 6.000 su circa 25.000 abitanti), per la ricostruzione di una importante strada demaniale rurale, la Trazzera vecchia. Per questa iniziativa Dolci è arrestato insieme con altri manifestanti per i reati di “occupazione di suolo pubblico” e di “resistenza a pubblico ufficiale”. Sono difesi in Tribunale dal famoso giurista antifascista Piero Calamandrei, ma sono condannati ad un mese e 20 giorni di reclusione ed escono dal carcere nel successivo mese di marzo.
Negli ultimi decenni lo “sciopero a rovescio” è stato attuato nell’ambito sia delle lotte contadine, attuate anche dai braccianti di origine straniera, sia delle lotte degli operai.