Manifestazione dei collettivi: chiuse per motivi di ordine pubblico le stazioni Eur Fermi ed Eur Palasport

Alla Nuvola l'evento internazionale "Cybertech Europe" sulla sicurezza informatica

Le stazioni della metropolitana Eur Palasport ed Eur Fermi sono state temporaneamente chiuse per motivi di ordine pubblico, una decisione che ha coinvolto le linee B e B1  intorno alle ore 16 di oggi. Il provvedimento è strettamente legato a una manifestazione organizzata dai collettivi, con ritrovo previsto alle 17 presso la stazione della metro Laurentina.

Il loro obiettivo è quello di raggiungere la Nuvola dell’Eur, dove si terrà il Cybertech Europe, un prestigioso evento internazionale dedicato alla sicurezza informatica, sponsorizzato da Leonardo, azienda leader nel settore della difesa.

Tuttavia, proprio questa partecipazione di Leonardo ha suscitato le proteste degli attivisti, che contestano la vendita di armi a Israele da parte dell’azienda. L’area circostante la Nuvola è ora pesantemente sorvegliata dalle forze dell’ordine, pronte a intervenire.

La situazione di oggi si inserisce in un clima di crescente tensione nella Capitale, soprattutto alla luce degli scontri avvenuti lo scorso 5 ottobre a piazzale Ostiense.

In quella circostanza, più di 200 attivisti furono allontanati prima che la manifestazione avesse inizio, 51 dei quali vennero muniti di foglio di via, avendo precedenti penali legati a reati contro l’ordine pubblico.

Inoltre, altre 150 persone, per evitare l’identificazione durante i controlli, optarono per ritirarsi e vennero scortate fino ai confini della provincia.

Nonostante l’evento non fosse stato autorizzato dalla questura, come confermato in seguito dal Tar, migliaia di manifestanti arrivarono comunque a Roma da diverse province italiane.

Il sit-in si era inizialmente svolto in maniera pacifica all’ombra della Piramide Cestia, fino a quando, intorno alle 16, la tensione è salita a causa della richiesta, da parte dei manifestanti, di poter sfilare in corteo.

I rappresentanti della comunità palestinese sono riusciti a negoziare con i funzionari della questura e ottenere un breve corteo all’interno di piazzale Ostiense.

Tuttavia, la calma apparente è durata poco: una trentina di manifestanti ha tentato di sfondare il cordone di polizia, facendo precipitare la situazione. Sono seguiti lanci di oggetti, bombe carta e fumogeni contro le forze dell’ordine, e alcuni dei manifestanti più violenti, armati di bastoni, hanno cercato di superare il cordone di sicurezza, scatenando disordini e ulteriori scontri.

La Capitale, dunque, si trova di nuovo sotto la lente d’ingrandimento, con le forze dell’ordine pronte a gestire un’altra potenzialmente turbolenta giornata di proteste.


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