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Marcello Fulvi lascia. Il nuovo questore è Giuseppe Caruso

Il loro profilo e la carriera

 Roma, 25 lug – Marcello Fulvi lascia la Questura di Roma, per approdare alla prefettura di Sassari. Durante la sua gestione, sono state condotte varie operazioni di polizia giudiziarie, come quelle relative all’arresto del terrorista Issac Adus Hamdi, ricercato quale autore dell’attentato alla metropolitana di Londra. Ma anche l’arresto di Dorina Matei, autrice dell’omicidio di Vanessa Russo. E ancora: il rinvenimento delle spoglie di Andrea Ghira, ricercato per i noti e tristi fatti del Circeo; la soluzione dei "cold case", il caso "Scarfò" ed il caso "Grimaldi"; lo smantellamento delle ultime propaggini delle B.R. con l’arresto di Pinori, Fuccini ed Ascoli. Sessantadue anni, è, nelle parole del suo staff, "un uomo che parla poco e che non ama le autocelebrazioni, un poliziotto che ha sempre preferito i fatti alle parole".
"Ovunque sia stato, da semplice Vice Commissario a Torino nel 1973, a Dirigente Generale della Polizia di Stato come Questore a Roma dal 2005 ad oggi – viene fatto notare dai suoi collaboratori – ha sempre lasciato il segno dirigendo, coordinando e risolvendo complessi casi di polizia giudiziaria come grandi eventi di Ordine e Sicurezza Pubblica". Sempre a Roma, ha messo a segno varie indagini legate al calcio: dall’arresto di numerosi ultrà della Lazio, "irriducibili" al caso "Chinaglia", passando per la gestione legata agli scontri successivi alla morte di Gabriele Sandri. E non sono mancati gli eventi di ordine pubblico che, viene fatto notare, ha "gestito in maniera encomiabile, ricevendo i complimenti da parte di Capi di Stati Esteri": i funerali di Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla; l’intronizzazione del nuovo Papa, Benedetto XVI, Joseph Ratzinger; tre visite nella Capitale del Presidente U.S.A., G. W. Bush; i vertici della Fao. 

Giuseppe Caruso, che sostituirà Marcello Fulvi sulla poltrona di via San Vitale, sede della Questura, è a Palermo dal 12 gennaio del 2005 e qui è riuscito a mettere a segno, tra le altre cose, l’operazione conclusasi con arresto di Bernardo Provenzano. In polizia dalla fine del 1974, è stato commissario alla Questura di Bergamo fino al 1992, ha diretto la Squadra Mobile, la Digos e l’Ufficio di Gabinetto.
Qui ha firmato, tra le altre cose, le operazioni che portarono alla sbarra in uno dei primi maxiprocessi 133 appartenenti a movimenti eversivi tra cui il "gruppo di fuoco" dell’organizzazione terroristica "Prima Linea. Viene poi trasferito i primi di giugno del 1992 alla Questura di Reggio Calabria. Vi resta, nella direzione del Commissariato P.S. di Palmi, fino al gennaio del 1994. Promosso Primo Dirigente, viene assegnato alla Questura di Milano ove assume gli incarichi di Dirigente del Terzo Distretto, poi della Digos e quindi di Vice Questore Vicario. A Milano, dove resta poco meno di sette anni, è impegnato nella lotta contro il terrorismo interno ed internazionale, sgominando bande di integralisti islamici, con particolare riguardo alla jihad algerina, con formale riconoscimento dell’ "United States Secret Service". Promosso Questore, resta alla direzione della Questura di Crotone dai primi di luglio del 2000 a fine giungo del 2002.
Durante questo periodo vengono arrestati tutti i componenti di due contrapposte organizzazioni mafiose, in organico alla ‘ndrangheta tradizionale, che si erano resi responsabili di numerosi omicidi, episodi di lupara bianca ed estorsioni. Da fine giugno 2002 a fine luglio del 2003, Caruso viene assegnato alla direzione della Questura di Vicenza. Dal Luglio del 2003 ai primi giorni di Gennaio del 2005, è stato nominato Questore di Padova. Dal Gennaio del 2005, Caruso è Questore di Palermo. Sono gli anni che portano alla cattura del latitante Bernardo Provenzano.
Dopo il suo arresto, l’irripetibile stagione antimafia di Palermo è proseguita nel giugno del 2006 con una delle più imponenti operazioni antimafia che la Sicilia ricordi, l’operazione "Gotha". Con "Gotha" la Polizia di Stato, grazie anche alle prime decriptazioni dei "pizzini" trovati nel covo del boss Provenzano, riesce a ricostruire l’organigramma, gli assetti e le nuove dinamiche dell’organizzazione criminale Cosa Nostra.


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