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Marrazzo e Minà ricordano Giò Marrazzo

Dedicata la serata conclusiva della rassegna “Una vita da cronista, 50 anni fuori dal coro” all’impegno contro la mafia dell'amico e collega giornalista Rai

“Stasera sono qui da figlio – ha detto Piero Marrazzo prendendo parte alla serata del 14 giugno 2008 – perché porto nel cuore un pezzo della storia del giornalismo che mio padre, Gianni Minà e tanti altri hanno fatto insieme”.

Una serata per parlare della professione giornalistica attraverso la proiezione del documentario “Un diario dal Palazzo”, esempio di giornalismo d’inchiesta realizzato da Giò Marrazzo – già condannato a morte dalla mafia – che ripercorre la vita del magistrato Rocco Chinnici, ucciso in un attentato mafioso il 29 luglio del 1983.

”Era il giorno del mio venticinquesimo compleanno – ha ricordato Marrazzo – e lo avrei festeggiato normalmente con mio padre se lui non fosse dovuto partire al mattino per seguire il caso. Chinnici stava ponendo le basi per la costituzione di un pool antimafia e per questo fu ucciso”.

Rocco Chinnici, autore di un lavoro istruttorio che portò al primo grande processo alla mafia, è tra l’altro considerato il padre del Pool Antimafia, che compose chiamando a sé magistrati come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello.

Minà, che di Jo Marrazzo fu collega e amico al Tg2, ha parlato della proiezione come ”la parte conclusiva di un viaggio nei diritti negati” e si è detto felice che all’evento abbia partecipato anche il presidente Marrazzo.

“Mi ricordo una cosa mi diceva sempre mio padre – ha concluso Marrazzo – ‘non credere mai a chi ti dice che il giornalismo era bello ai miei tempi adesso invece no’. Lui mi diceva che non era vero perché ognuno può fare sempre bene il proprio lavoro”.


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