Memoria del Rock: 50 anni fa usciva l’Album “The Dark Side of The Moon”, targato Pink Floyd
Ognuno di noi, sicuramente, ha (o conosce qualcuno che abbia) nella propria vita un lato oscuro. Per usare un’espressione mutuata dal mondo della Musica Rock e divenuta famosa: “il lato oscuro della propria Luna”, che accuratamente nasconde.
Evidentemente c’è Luna e Luna, come c’è lato (leggi faccia) e lato. Il “lato oscuro” della Luna di Giorgia Meloni, ad esempio, è il suo fascismo che accuratamente lei cerca di nascondere, ma che, prepotentemente, erompe, ogni volta che la Premier, “opre bocca e je da’ fiato”, per usare parole di cui la Meloni capisce bene il senso, oltre che il significato. Quel lato oscuro, si palesa e nelle parole che la Meloni sceglie e nel modo aggressivo con cui le fa uscire allo scoperto: “Questo è quello che penso” – dice spesso – e sottintende. “Nessuna replica o contestazione”. Per lei, anche con le parole, la democrazia è dunque solo un optional, come il bluetooth piazzato in una macchina appena comprata.
Ma oggi qui non ho intenzione di scrivere oltre sulla Premier del nostro Paese. Vi riporto, invece, con la mente (e magari anche con il cuore), indietro di ben 34 anni ed esattamente al 9 Novembre del 1989 a Berlino, di fronte al Muro (Die Berliner Mauer) che – quel giorno – per l’ultima volta dal 13 Agosto del 1961, giorno in cui entrò in funzione – si mostrava come ostacolo alla libertà di circolazione e di vita libera delle persone.
Quella sera, davanti al Muro, i Pink Floyd – complesso musicale britannico nato a Londra nel 1965 e formato dal cantante e chitarrista Syd Barrett, dal bassista Roger Waters, dal batterista Nick Mason e dal tastierista Richard Wright – tennero un Concerto, eseguendo un pezzo divenuto famoso “Another Brick in the Wall”, (”Un altro Mattone nel Muro”) tratto dal loro undicesimo Album, “The Wall” (“Il Muro”) del 1979, Etichetta Harvest/EMI/Columbia. (*)
Sei anni prima di quell’Album ne era uscito un altro, il loro ottavo, intitolato “The Dark Side of The Moon”, che sarà una pietra miliare nella storia del Gruppo musicale britannico, ma anche nella Storia della Musica di quegli anni. Ecco, è proprio di questo Concept Album – che vide la luce il 1° Marzo 1973, negli USA e 15 giorni dopo nel Regno Unito – che scrivo qui, dato che, per festeggiare il cinquantenario di quell’Album, il 24 Marzo scorso (ancora un 24 Marzo da ricordare) è uscito un cofanetto rimasterizzato, insieme ad un Libro fotografico da non perdere.
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Certamente, ognuno di noi ha in casa una versione di “The Dark Side of The Moon”, in musicassetta, in Stereo 8, in vinile, in dvd. Sicuramente ognuno di noi – chi presto, chi tardi, chi tardissimo – è stato “tirato dentro” quella musica: dal ticchettio di tutti gli orologi che apre Time. dai vocalizzi di The Great Gig In The Sky, dal suono delle monete e del registratore di cassa di Money o, magari, soltanto dalla storica copertina di Storm Thorgerson con il Prisma.
Ma quell’Album con otto brani – che rimase per 600 settimane in testa alle Classifiche musicali di mezza Europa, che mischiava sapientemente insieme rock, jazz, fusion e progressive e che, ancora oggi, è tra i più acclamati dalla critica musicale – era anche altro. Era un invito, pressante, alla riflessione sull’esistenza umana, sull’avidità, che spesso la contraddistingue, come sulla morte e sulla salute della mente (questo ultimo aspetto partendo dalla condizione di Syd Barret, uno dei fondatori del Gruppo musicale),
Ma a ben ascoltare quella musica e quelle parole ci si trova anche qualcosa di più politico. Dal 1965 (anno della fondazione del Gruppo musicale) a quel 1973 il mondo è cambiato e il tempo ha fatto diventare adulti i ragazzi che pensavano di cambiarlo (in meglio). E quei ragazzi – una volta diventati adulti – hanno ormai capito che non ce l’hanno fatta, che il loro sogno, tale sarebbe rimasto, per tutto il tempo della loro vita. “The Dark Side of The Moon” nasce – in prima battuta nella mente di Roger Waters proprio in un tempo in cui la Gran Bretagna sta attraversando un momento di forte recessione economica e dunque Waters coglie l’occasione per riflettere, come ho scritto, su temi quali il conflitto interiore e sociale, l’avidità, lo scorrere del tempo, il disagio mentale e la morte.
Sono temi senza scadenza e questo fa di “The Dark Side of The Moon” un Album ancora attuale. Dunque, vale la pena ascoltarlo – anche nella nuova versione rimasterizzata – o ri-ascoltarlo e trovare la traduzione dei testi (se non si conosce l’inglese). Insomma, il consiglio è: immergetevi in quei quasi 43 minuti di musica e parole, lasciatevi trasportare ma lasciate uno spiraglio alla lucidità della vostra mente e vi accorgerete, dopo l’ultima traccia, di quanto quell’ascolto vi ha fatto guadagnare in termini di crescita personale, non solo musicale. (**)
(*) Sarà proprio Syd Barret a dare il nome al Gruppo, unendo i nomi dei due jazzisti Pink Anderson e Floyd Councill.
(**) Per chi volesse approfondire, segnalo: il Film del 1982 di Alan Parker, intitolato “Pink Floyd, The Wall” e poi il libro del 2005, curato da Gianfranco Salvatore e edito da Stampa Alternativa che si intitola come il Film di Parker.
Ugo Fanti, Presidente della Sezione Anpi di Roma Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini”