Quella tintoria, nata dalla neve, nel febbraio dell’86

Intervista alla titolare Daniela Appi in viale Sacco e Vanzetti 116

“L’apertura della tintoria Florensec fu in febbraio nel 1986. Come dimenticare quel freddissimo 11 febbraio con tanta neve caduta su tutta Roma e qui a Colli Aniene”. Così il ricordo della fondatrice della ditta di Daniela Appi che tenacemente conduce una delle più longeve tintorie del quartiere e con un cambio di denominazione della ditta: oggi Appi Daniela snc.

La sede è rimasta la stessa, in viale Sacco e Vanzetti 116, con la stessa insegna, ma soprattutto con lo stesso inappuntabile servizio.

La signora Daniela è una donna di poche precise parole e, con cortesia, ha risposto alle nostre domande sulla storia della sua ditta.

“Dopo l’inaugurazione, conquistando la fiducia dei nostri clienti, la nostra attività è venuta via via crescendo fino a circa 10 anni fa”.

Le ragioni e il segreto del successo della ditta?

Soprattutto il servizio puntuale e affidabile. E poi la nostra professionalità e la cordialità.

Cosa ricorda del quartiere di allora?

Era un quartiere popolato di gente giovane, entusiasta, solidale, con famiglie giovani e tanti figli. C’era molto fermento e un certo entusiasmo. Ora sono tante le persone anziane e fragili.

Come si è evoluta in questi lunghi anni la vostra attività?

Dalla sua fondazione la tintoria è cresciuta ed ha saputo via via rinnovarsi e respingere con la professionalità l’assalto della concorrenza a prezzi “stracciati”, mantenendo la vecchia clientela e acquisendo la nuova. Dopo una fase di crescita costante è subentrata a partire da dieci anni fa una grave crisi economica ulteriormente aggravata dalla crisi pandemica dalle quali purtroppo non siamo riusciti a tutt’oggi a risollevarci. E così siamo stati costretti a ridurre del tutto il personale e sulla breccia sono rimasta solo io.

E riesce a far fronte alle richieste dei clienti?

Sì, anche perché si è ridotto di molto il lavoro.

Come vede la situazione attuale?

In questi anni è cambiato il mondo, è cambiato il mercato, sono cambiate le abitudini della gente. Le persone indossano sempre meno capi di valore e sempre più indumenti più ordinari se non addirittura di scarso valore. E poi in questi ultimi tempi si esce sempre di meno da casa. Le cerimonie (matrimoni, feste in genere e ricorrenze) si sono drasticamente ridotte e si svolgono con persone contingentate… Insomma siamo di fronte a una situazione in cui non si sa quando ne usciremo fuori.

Nell’ambito commerciale e nel quartiere cosa si dovrebbe fare?

Nel commercio servirebbe, oggi più che mai pagare meno tasse. Servirebbe una maggiore normalità e un quartiere più vivibile e sicuro.

 


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