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Roma abbraccia i più fragili: inaugurata alla Pisana la casa per minori migranti

Uno spazio pensato per accogliere fino a 42 giovani tra i 16 e i 18 anni che, arrivati in Italia da soli e senza riferimenti, potranno trovare un rifugio sicuro, lontano dai pericoli della strada

Una nuova casa, un nuovo inizio. E, soprattutto, un luogo che restituisce dignità e futuro a chi ha attraversato il mondo con negli occhi più paura che sogni.

È stata inaugurata il 18 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, la nuova struttura di accoglienza per minori migranti non accompagnati all’interno della Città dei Ragazzi di Roma.

Uno spazio pensato per accogliere fino a 42 giovani tra i 16 e i 18 anni che, arrivati in Italia da soli e senza riferimenti, potranno trovare qui un rifugio sicuro, lontano dai pericoli della strada. Un appartamento nuovo, arredato da Ikea Roma, e reso possibile grazie alla collaborazione tra l’Opera Nazionale per la Città dei Ragazzi e la Fondazione BNL.

A tagliare il nastro il sindaco Roberto Gualtieri, insieme all’assessora alle Politiche Sociali Barbara Funari e al presidente dell’XI Municipio Gianluca Lanzi. Una presenza istituzionale che sottolinea quanto sia centrale, oggi più che mai, investire nell’accoglienza vera. Quella che non si limita a un tetto sopra la testa, ma apre le porte a una comunità educativa, formativa, umana.

«Ogni minore che arriva qui da solo ha ricordato Funariporta con sé non solo ferite e paure, ma anche sogni e talenti. Proteggerli significa investire non solo sul loro futuro, ma su quello dell’intera città. Nessuna persona dovrebbe sentirsi straniera in un luogo dove cerca protezione».

Non è un caso che la struttura sorga proprio nella storica Città dei Ragazzi, fondata nel 1953 da monsignor Carroll-Abbing. Un luogo simbolico che, nel tempo, ha accolto migliaia di giovani da oltre venti Paesi del mondo, offrendo non solo alloggio, ma formazione professionale, attività agricole e artigianali, percorsi di inclusione. Un villaggio nella città, dove il presente si costruisce con gli strumenti del futuro.

Oggi, quella tradizione si rinnova, parlando una lingua fatta di solidarietà, educazione e ascolto. Perché in ogni ragazzo accolto c’è una storia interrotta da riscrivere. E Roma, ancora una volta, sceglie di non voltarsi dall’altra parte.


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