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Stabilimenti balneari di Ostia: nuove concessioni bloccate dai ricorsi

Alcuni vecchi gestori hanno fatto ricorso al TAR chiedendo la sospensiva. L’udienza è fissata per metà luglio

Hanno vinto un bando pubblico, sono stati confermati da tutte le sentenze amministrative, e da fine maggio hanno in mano concessioni firmate nero su bianco dal Campidoglio. Eppure, gli otto nuovi concessionari degli stabilimenti balneari del litorale romano non sono ancora riusciti a prendere possesso delle spiagge.

I vecchi gestori, infatti, non hanno mollato. E il risultato, a stagione estiva ormai iniziata, è un paradosso tutto italiano: stabilimenti contesi, vacanzieri ignari, e una burocrazia che rischia di affondare anche l’ultimo tentativo di legalità.

La vicenda parte da lontano. Era il 2020 quando l’allora giunta Raggi decise di interrompere decenni di proroghe alle concessioni balneari, pubblicando un bando per rimettere in gioco la gestione delle 37 strutture affacciate sul mare di Ostia.

Le domande però furono poche: solo 13 offerte, segno di un sistema chiuso e poco contendibile. Così, la giunta Gualtieri scelse di sospendere tutto, tornando alla linea delle proroghe. Ma un concorrente escluso, la società GB Srl, fece ricorso e vinse.

Quel successo ha aperto una breccia. Sulla scia della GB, anche altri otto operatori hanno ottenuto giustizia, in particolare dal TAR, che ha imposto al Comune di procedere con le nuove concessioni.

Dopo mesi di incontri, il 22 maggio 2025 Roma Capitale ha firmato i nuovi atti, mentre il 26 maggio ha comunicato ufficialmente la decadenza delle precedenti autorizzazioni. Tutto risolto? Non proprio.

immagine di repertorio

I vecchi gestori, in particolare quelli ancora attivi, non hanno nessuna intenzione di cedere. Alcuni – come nel caso del Kursaal, chiuso da mesi – si sono defilati. Ma in altri casi la stagione è già partita: abbonamenti venduti, cabine prenotate, e cifre che sfiorano i 4.000 euro per l’intera estate.

Con interessi economici così alti, la “collaborazione volontaria” auspicata dal Comune appare difficile da realizzare. E senza indicazioni operative precise su come e quando effettuare i subentri, ogni giorno che passa complica ulteriormente la situazione.

Il nodo riguarda stabilimenti noti come il Battistini, il Mami, il Dopolavoro Atac, Le Palme, La Spiaggia di Bettina, L’Oasi, La Marinella. Tutti in attesa non solo di poter iniziare l’attività, ma anche di entrare fisicamente in possesso degli impianti.

Una possibilità che potrebbe slittare ancora: alcuni vecchi gestori hanno fatto ricorso al TAR chiedendo la sospensiva. L’udienza è fissata per metà luglio, quando la stagione sarà ormai al culmine.

Nel frattempo, i nuovi concessionari restano con le carte in mano, ma fuori dai cancelli. E le spiagge di Ostia, ancora una volta, diventano teatro di una commedia amara fatta di contenziosi, ritardi e assenza di regole chiare. Con buona pace dei bandi pubblici, della trasparenza e – soprattutto – dei cittadini.


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