

Un incubo che si è concluso con il fermo di un uomo di 29 anni, originario dell’Eritrea e senza fissa dimora
Una notte di paura tra le strade della Capitale, con due donne aggredite a poche ore di distanza. Un incubo che si è concluso con il fermo di un uomo di 29 anni, originario dell’Eritrea e senza fissa dimora, bloccato dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Piazza Dante. Su di lui pesano accuse gravissime: violenza sessuale continuata e lesioni personali.
Era ancora buio, intorno alle cinque del mattino del 18 marzo, quando una donna ha composto il 112 con voce tremante. Si trovava in via Camasena, nei pressi della Stazione Tiburtina, quando un uomo l’ha avvicinata con la scusa di chiederle una sigaretta. Ma il suo vero intento era ben altro.
All’improvviso, l’aggressore l’ha afferrata con violenza per il polso e il collo, spingendola a terra con il peso del proprio corpo. Bloccata, immobilizzata, ha sentito la sua bocca avvicinarsi alla sua con la forza bruta del sopruso.
Ma la donna non si è arresa. Con tutte le sue forze, ha reagito: lo ha colpito con calci, lottando con disperazione fino a strappargli alcuni capelli. Quel gesto, quella strenua resistenza, l’ha salvata: l’uomo ha desistito ed è fuggito, lasciandola ferita ma libera. I medici le hanno riscontrato lesioni guaribili in sette giorni.
Le indagini sono scattate immediatamente. I Carabinieri, grazie alla dettagliata descrizione della vittima e alle testimonianze di alcuni residenti svegliati dalle urla, hanno iniziato a ricostruire la fuga del sospettato.
Determinanti le immagini delle telecamere di videosorveglianza: l’uomo, subito dopo l’aggressione, si era diretto alla Stazione Tiburtina con l’intenzione di far perdere le proprie tracce. Ha cercato di salire su un treno ad alta velocità diretto a Venezia, ma è stato intercettato e fatto scendere dal personale di bordo.
Ma la sua scia di violenza non si è fermata lì. Nel pomeriggio, una nuova chiamata al 112. Un’altra donna e la sua amica hanno denunciato un episodio simile, questa volta nei pressi della Stazione Termini, in via dei Dauni.
Anche in questo caso, lo stesso copione: l’uomo si è avvicinato con una scusa, poi ha tentato di bloccare e baciare con la forza una delle due. Solo il pronto intervento dell’amica ha impedito che l’aggressione andasse oltre.
Quando le due donne si sono accorte che l’uomo le aveva seguite fino a casa e che ancora si aggirava nei pressi della loro abitazione, hanno avuto la prontezza di chiamare i Carabinieri.
Gli investigatori non hanno perso tempo. Seguendo la descrizione dettagliata fornita dalle vittime, sono riusciti a individuare il sospettato in via Tiburtina Antica. Ancora con gli stessi vestiti della mattina, il volto parzialmente nascosto dal cappuccio del giubbotto, come immortalato dalle telecamere.
Le prove erano schiaccianti: le immagini di videosorveglianza, le testimonianze delle vittime, i dettagli delle aggressioni. Non c’era dubbio: era lui l’uomo che aveva terrorizzato due donne nel giro di poche ore.
D’intesa con la Procura di Roma, i Carabinieri hanno disposto il fermo dell’uomo, convalidato poi dal Tribunale. Ora si trova nel carcere di Regina Coeli, in attesa di rispondere delle gravi accuse a suo carico.
Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.