Categorie: Cronaca
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“Topi in gabbia” sul treno proveniente da Grosseto e diretto a Roma – Termini

Una mano fratturata e nessun modo di fermare il treno. Una viaggiatrice racconta la sua terribile esperienza

Una mattinata da dimenticare sul treno proveniente da Grosseto che fa capolinea alla stazione Termini. La signora Patrizia Annunziata il 5 marzo, come ogni giorno, si appresta ad arrivare sul luogo di lavoro. Il tragitto in treno è Ladispoli – Roma Termini.
Ore 8.15 circa. Il vagone su cui viaggia Patrizia è, tanto per cambiare, stracolmo. Alla fermata Torreimpietra molti passeggeri salgono sul treno ammassandosi l’uno sull’altro. L’odore è sgradevole e la sporcizia protagonista indiscussa del viaggio. Una ragazza sale a fatica, tra spintoni e gomitate. Cerca, invano, di scorgere con gli occhi un posticino più tranquillo, che però, non trova. Rimane, così, schiacciata con il corpo sulla porta del vagone che, ad un tratto, si chiude. La ragazza urla e si dispera. La sua mano è rimasta incastrata nella porta. Il braccio è piegato. Per fare forza nel togliere l’arto dal meccanismo impetuoso, la mano, si frattura. La giovane fa fatica a rimanere in piedi per il dolore. Si agita.
Panico tra i passeggeri che cercano un rimedio. Cercano qualcuno. Patrizia decide di azionare il freno del treno. Niente da fare, è rotto.
Il pulsante rosso per parlare con il controllore o con il personale di viaggio, non c’è. La porta non si apre manualmente perché il filo per il collegamento del meccanismo è spezzato. Con fatica i passeggeri riescono, attraverso un passa parola, a chiamare il controllore che però, mancando il martello per rompere il vetro in caso di emergenza, non può fare nulla. In prossimità di Maccarese, il personale di viaggio, decide di fermare il treno. Le porte si aprono. La ragazza sviene dal dolore. Patrizia Annunziata prosegue il suo viaggio, tra sgomento e paura. “Topi in gabbia?  – si chiede – Chi siamo per essere trattati così?”


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