

Calderone ascoltata dalla commissione Pari Opportunità in vista del consiglio straordinario che si terrà a Rebibbia il 23 settembre
Un’aula insolita, quella che il 23 settembre ospiterà il Consiglio comunale straordinario: il carcere di Rebibbia.
In vista di quell’appuntamento, la Commissione Pari Opportunità ha ascoltato la Garante dei Diritti dei Detenuti, Valentina Calderone, che ha tracciato un quadro drammatico e urgente sulle condizioni delle carceri romane e, in particolare, sulla detenzione femminile e minorile.
Un punto di partenza inevitabile è la cronaca: il 5 settembre una donna di 52 anni si è tolta la vita a Rebibbia, seguita, il giorno dopo, dal suicidio di un uomo nel Nuovo Complesso. “In Italia – ha ricordato Calderone – all’interno delle carceri ci si suicida dalle 18 alle 20 volte in più rispetto alla popolazione esterna. Non ricordo una frequenza simile altrove”.
Rebibbia Nuovo Complesso: oltre 1.500 detenuti per 1.170 posti;
Regina Coeli: quasi 1.100 persone a fronte di 566 posti;
Rebibbia femminile: 370 detenute per 270 posti disponibili.
Un sovraccarico che rende ancora più difficile affrontare i nodi strutturali della detenzione, a partire da quella femminile.
“Le ricerche europee dimostrano che le donne in carcere hanno quasi sempre vissuti segnati dalla violenza familiare. Questi traumi portano a dipendenze, consumo di sostanze. Ma in Italia questo dato non viene considerato”, denuncia Calderone.
Tra le “invisibili” ci sono anche le donne transgender, spesso destinate a istituti maschili come Regina Coeli. Una situazione che espone a isolamento e marginalità estrema. “Abbiamo seguito il caso di una ragazza di 19 anni, arrivata a Regina Coeli e rimasta mesi in isolamento. Scoprimmo che era vittima di tratta. Dopo un percorso con associazioni dedicate, oggi è accolta in un centro specializzato”, racconta la Garante.
E poi ci sono le detenute madri. Negli ultimi mesi, a Rebibbia femminile, si sono contati fino a otto bambini sotto i tre anni. Un numero che non si vedeva da anni.
“Il nuovo Decreto Sicurezza peggiora la situazione, perché il differimento della pena per chi è in gravidanza o con neonati fino a un anno non è più obbligatorio, ma solo facoltativo”, spiega Calderone.
Situazione difficile anche a Casal del Marmo, il carcere minorile, dove negli ultimi 18 mesi il numero delle ragazze detenute è aumentato con un picco di 17, ben oltre la media nazionale. “Ci sono minori in custodia cautelare per 9 o 10 mesi, spesso per fatti lievi, come due grammi di marijuana. È uno scandalo”, denuncia la Garante.
Le parole hanno trovato eco nella consigliera Michela Cicculli, che ha definito “preoccupante” lo scenario: “Due suicidi in pochi giorni a Rebibbia, 61 a livello nazionale dall’inizio del 2025. Le carceri non garantiscono i diritti inviolabili. Tra le urgenze ci sono il diritto all’affettività, ancora disatteso, e la tutela dei minori con un genitore detenuto, vere e proprie ‘vittime dimenticate’”.
Ora lo sguardo è rivolto al Consiglio comunale straordinario del 23 settembre, promosso da Cristina Michetelli. Un’occasione per dare voce a chi vive dietro le sbarre e per trasformare raccomandazioni e denunce in azioni concrete.
Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.