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Dopo lo sgombero a Viale Pretoriano, il Pd si divide tra le polemiche

Il blitz ha scombussolato le fila del Partito Democratico, suscitando reazioni non solo a livello locale, ma anche regionale e nazionale

Nella mattina di lunedì 23 settembre, Roma è stata teatro di un’operazione di sgombero che ha generato polemiche e dibattiti infuocati. Le tende situate in viale Pretoriano e Santa Bibiana sono state rimosse in un intervento congiunto tra polizia municipale, polizia di Stato e operatori di AMA, provocando tensioni significative all’interno del Partito Democratico e tra le associazioni che si occupano delle persone senza dimora.

Questa azione avviene in un momento cruciale, a pochi mesi dal Giubileo, periodo durante il quale la cura per i più vulnerabili deve essere al centro della discussione pubblica.

Il blitz di sgombero a viale Pretoriano ha scombussolato le fila del Partito Democratico, suscitando reazioni non solo a livello locale, ma anche regionale e nazionale.

La decisione di Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, di agire in modo rapido e senza preavviso ha lasciato molti membri del partito perplessi e ha sollevato interrogativi sulla gestione della problematica dei senzatetto nella capitale.

Molti vedono questa mossa come una risposta all’emergere della questione dei bivacchi, che coinvolge in gran parte migranti e persone in difficoltà, soprattutto di origini africane. Con un intervento repentino, Gualtieri ha dato avvio a un blitz, funzionale all’installazione di cancellate per prevenire nuovi insediamenti, portando alla luce il conflitto tra le esigenze di ordine pubblico e i diritti dei più fragili.

L’operazione ha colto di sorpresa non solo i membri del Pd – avvertiti soltanto dal consigliere Mariano Angelucci durante il corso dell’operazione – ma ha anche escluso le parti amministrative competenti, come l’assessora al sociale, Barbara Funari.

Quest’ultima ha confermato di non essere stata informata sull’intervento, facendo la sua comparsa solo nel pomeriggio, quando ha assicurato che la sala operativa sociale era presente per sostenere le persone sgomberate.

Le conseguenze per il Partito Democratico non si sono fatte attendere. Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale, ha manifestato il suo disappunto nei confronti dell’operazione di sgombero, definendola “grave e allarmante”. Ha sottolineato che l’adozione di misure come cancellate e sgomberi improvvisi rappresenta un approccio inadeguato per affrontare la marginalità e il crescente disagio sociale che colpisce un numero sempre maggiore di persone.

Accanto a Bonafoni, Emanuela Droghei, consigliera regionale, ha ribadito la necessità di non effettuare sgomberi senza fornire soluzioni concrete ai senzatetto.

Droghei ha richiamato all’importanza di un dialogo e di una collaborazione tra istituzioni, associazioni e cittadini per garantire risposte efficaci e umane. Le critiche si sono intensificate, suggerendo che l’approccio attuato dal sindaco non rispecchia i valori e la cultura democratica del partito.

L’intervento di sgombero ha riacceso il dibattito sull’accoglienza e le politiche destinate ai senzatetto. Diversi membri del Pd, tra cui Yuri Trombetti, presidente della commissione patrimonio, hanno esortato a non esaltare le operazioni di sgombero, ricordando che il Giubileo dovrebbe essere un’opportunità per promuovere politiche che non si limitino alle opere pubbliche, ma che si concentrino anche sui più vulnerabili.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è espressa Nella Converti, presidente della commissione politiche sociali, che ha manifestato il suo sconcerto riguardo alla modalità di attuazione dello sgombero.

Converti ha criticato la mancanza di un piano coordinato e ha evidenziato come le persone sgomberate siano state semplicemente ricollocate a breve distanza, senza alcuna soluzione concreta per il loro benessere. Questa situazione ha sollevato interrogativi su come la città intenda affrontare la questione dei meno fortunati e su quali politiche siano necessarie per garantire un’accoglienza dignitosa.

In questa complessa situazione, il futuro prossimo richiede una riflessione approfondita sulle politiche sociali e sull’umanità che deve caratterizzare ogni intervento sui problemi di marginalità, soprattutto in un contesto così significativo come il Giubileo.

La sfida consiste nel trovare un equilibrio tra le esigenze di ordine e il rispetto dei diritti fondamentali, in un momento storico che richiede azioni genuine di inclusione.


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