Google Ads e Facebook donano fondi per PMI

Redazione - 14 Aprile 2020

L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus, o ‘Covid-19’, rischia di mettere in ginocchio l’economia mondiale.

In tutto il mondo le persone sono invitate a rimanere a casa e le attività devono restare chiuse fino a quando l’emergenza non sarà rientrata.

Questo, per forza di cose, ha delle ripercussioni potenzialmente devastanti su tutte quelle attività produttive che fanno capo alle PMI, cioè alle piccole e medie imprese.

Colpisce in tale senso l’iniziativa di due colossi come Google Ads e Facebook Ads, che hanno disposto la donazione di centinaia di milioni di dollari a sostegno di questa fetta importantissima di economia.

Le aziende hanno pensato naturalmente anche ai propri dipendenti, con bonus extra.

A proposito di bonus, sono stati predisposti anche il cosiddetto Bonus Google Ads Coronavirus e il Bonus Facebook Ads coronavirus.

Scopriamo in dettaglio l’iniziativa delle società e in cosa consistono questi bonus per le imprese.

L’iniziativa di Google: 800 milioni di dollari

800 milioni di dollari. Tanto elargirà il colosso Google per aiutare chi, in questa situazione di emergenza sanitaria e di riflesso economica, rischia di chiudere i battenti.

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Aiuti anche a chi però si occupa della gestione dell’emergenza, come sostegno per il lavoro svolto e ancora da svolgere.

In particolare, questa ingente somma di denaro è stata destinata a:

  • piccole e medie imprese;
  • organizzazioni non governative;
  • organizzazioni che operano nella sanità;
  • i governi più colpiti.

Fattore comune dei destinatari dovrà essere naturalmente quello di essere stati profondamente colpiti dalla situazione contingente attuale riferibile al Covid-19.

Il Ceo di Google, Pichai, ha in tal senso rilasciato una dichiarazione chiarificatrice, affermando che ‘si continueranno a sostenere le aziende che di fatto fanno parte della comunità, e che raggruppano anche tutti coloro che lavorano per superare la crisi’.

Pichai ha anche specificato come dovrebbero essere suddivisi i fondi previsti:

  • 250 milioni di dollari saranno convertiti in crediti pubblicitari;
  • 200 milioni di dollari aiuteranno direttamente le imprese;
  • il resto verrà impiegato come meglio spiegato a seguire.

In sostanza Google ha previsto un budget totale che ha naturalmente suddiviso.

Ad esempio, ha intenzione di supportare l’OMS e altre agenzie di tipo governativo che lavorano contro la diffusione del virus, e lo farà con i 250 milioni convertiti in crediti pubblicitari.

Questo servirà all’OMS e alle agenzie per diffondere un’informazione massiccia con good practices (buone pratiche) e linee guida per la popolazione.

Poi, ha previsto un’altra donazione a favore delle imprese che hanno difficoltà ad accedere al credito.

Proprio in questo senso si inseriscono i Bonus Google Ads Coronavirus, che serviranno alle imprese per lanciare o rilanciare la propria attività.

L’impegno di Facebook

Anche il colosso creato da Mark Zuckerberg ha deciso di fare la sua parte.

Da grande società qual è, sa bene quale sia l’importanza della forza lavoro e quanto sia importante che i dipendenti possano lavorare in maniera serena.

Per questo motivo Sheryl Sandberg, che ricopre il ruolo di direttrice operativa di Facebook, ha affermato che ‘si investiranno 100 milioni di dollari a sostegno delle imprese sul territorio mondiale che fanno capo al colosso e nelle quali sono impiegati i dipendenti’.

Facebook non si limita a questo, e oltre ai bonus che vedremo a seguire, ha deciso di creare una piattaforma dedicata a chi volesse avere dell’informazione specifica sull’emergenza e su come superarla, anche in ottica economica.

Come funzionano i bonus

Entrando più nello specifico, chi lavora con la pubblicità online, sa che nel settore ‘advertising’, quello pubblicitario appunto, si comprano le inserzioni che vengono poi inserite in campagne ad hoc.
La cosa migliore è sempre quella di rivolgersi a professionisti o web agency.

Cominciando da Google, queste inserzioni saranno trasformate in crediti spendibili, che sommati arrivano a diversi milioni di euro.

È naturalmente un’iniziativa di Google pensata appositamente alla fase di transizione che porterà al post emergenza.

Chi è stato toccato dal virus a livello economico potrà quindi fare richiesta di crediti da spendere per la pubblicità finalizzata alla propria azienda.

I crediti naturalmente dovranno essere impiegati sul circuito costituito dalle piattaforme di Google Ads.

Si tratta di un’iniziativa dalle grandi e reali potenzialità.

Andiamo nello specifico.

A farne domanda possono essere le aziende che hanno aperto un account Google Ads ad inizio del 2019.

Questo è stato pensato naturalmente per evitare che la richiesta venisse fatta in funzione di questa campagna da aziende create ad hoc.

I crediti devono essere, come detto, spesi sulle piattaforme dedicate, questo vuol dire anche su:

  • Youtube;
  • Search;
  • la rete Display;
  • lo Shopping.

Sulle modalità di richiesta, essendo l’iniziativa appena nata, si attendo nuove delucidazioni dai colossi interessati.

Tra le ipotesi c’è quella di considerare quanto le singole imprese hanno investito nell’anno precedente.

La buona notizia è che chiunque abbia un account attivo Google Ads, riceverà una notifica con maggiori delucidazioni.

Si sa al momento che il credito potrà essere speso per tutto l’anno in corso, cioè il 2020.

Stesso discorso per il Bonus Facebook Ads coronavirus.

Anche in questo caso la società ha stabilito l’emissione di crediti che potranno essere spesi, con le dovute indicazioni che saranno fornite agli inserzionisti, sulla piattaforma stessa.

Un ultimo appunto da fare riguarda l’attenzione dei due colossi agli annunci che in qualche modo sfruttano per fini economici l’emergenza sanitaria.

Lo stesso Google e lo stesso Facebook hanno infatti adottato delle misure molto severe contro le inserzioni che, sfruttando proprio la pubblicità, vendono o reclamizzano prodotti come mascherine, disinfettanti o equivalenti a prezzi gonfiati.

L’attenzione delle due società arriva infine anche ai propri dipendenti, con bonus extra utili per pagare ad esempio baby sitter, o per agevolare il telelavoro laddove possibile.

In definitiva quindi, le due aziende hanno mostrato come esista una rete fatta di tante realtà che costituiscono una comunità.

Tale comunità è una risorsa e va preservata.


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