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I cittadini chiedono di risanare il Parco delle Carrozze

Ennesima petizione di un gruppo di cittadini per la scomparsa dell’area giochi a Cinecittà Est

C’è un parco tra via Pelizzi, via Messina, largo Masia e via Quinto Pubblicio che i più vecchi abitanti del quartiere Lamaro chiamano ‘’Parco delle carrozze’’ perché dentro c’è un casale diroccato dove venivano ricoverati i cavalli e le carrozze che servivano alle produzioni cinematografiche di Cinecittà. La storia di questo parco è una storia non bella, emblematica di come impegni solenni vengono poi stravolti e significativi beni pubblici smembrati da interessi privati e ridotti al degrado.
Il parco doveva nascere in base alla convenzione o commodato siglato alla fine degli anni ’70 fra Comune, sindaco Petroselli, e la società che gestiva gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà. In base a questo accordo il Comune concedeva a Cinecittà allora S.p.A l’autorizzazione a costruire per decine di migliaia di mc dentro una parte del perimetro degli stabilimenti, in cambio riceveva tutto l’edificio dell’ex Istituto Luce e l’attrezzaggio a parco dell’area verde dell’attuale ‘’Parco delle carrozze’’: alberi, fontane, vialetti ecc. insomma un polmone di verde che avrebbe riequilibrato ambientalmente la notevole espansione edificatoria allora in corso. Nel parco avrebbe dovuto trovare sistemazione anche il campo sportivo del ‘’Bettini Quadraro’’ interno al perimetro degli stabilimenti e che doveva essere sgomberato per consentire la costruzione del complesso di Cinecittà 2. Mentre il centro commerciale e i palazzi per gli uffici furono rapidamente costruiti dando luogo a una certa non disprezzabile riqualificazione direzionale del quadrante urbanistico e la sede dell’ex Istituto Luce fu utilizzata per concentrare tutti gli uffici della X Circoscrizione, oggi Municipio, all’epoca sparsi in vari punti del territorio, il parco non fu mai attrezzato secondo gli accordi ma, anzi, ne cominciò il lento dilaceramento.

Prima con gli impianti di calcio che andarono abusivamente ben oltre l’area preventivamente prevista, seguì il campo nomadi a largo Masia che per anni spinse al degrado, poi il parco venne tagliato in due dallo stradone di via Quinto Publicio, quindi, negli ultimi anni, il casale diroccato e privo di servizi igienici è stato occupato da famiglie di extracomunitari con grave pericolo per l’instabilità dell’edificio e per la salute pubblica e degli occupanti medesimi. I vigili del fuoco sono già dovuti intervenire più volte.
Una parte del parco, quella lungo le scuole di via Messina, è diventata luogo privilegiato di chi porta a spasso i cani in quanto vi è stata costruita, meritoriamente, dal Comune un’apposita recinzione per una ‘’dog area’’.
L’ultimo intervento del Comune è stato quello di togliere i giochi per i bambini dove qualche mese fa, dentro lo scivolo, è stata trovata la carcassa di un motorino. E quindi anche quest’ultima zona frequentata da mamme e bambini è stata annientata.
Ciò ha sollevato giustamente la protesta di un gruppo di cittadini che hanno raccolto centinaia di firme per ripristinare, almeno, l’area giochi.
Le uniche note positive consistono nel palmeto verso largo Masia che sta crescendo bello e rigoglioso e nella regolare pulizia effettuata dalla Multiservice per conto del servizio giardini.

Per la riqualificazione e messa in sicurezza del parco vi sono state negli ultimi anni diverse richieste, petizioni e interventi dei comitati dei cittadini e dei genitori dei bambini delle scuole adiacenti all’area verde. In effetti occorrerebbe un intervento organico.
In primis andrebbe risanato e ristrutturato il casale situandovi una qualche attività sostenibile di ristorazione (bar) con spazi per attività ludiche dei bambini. Ai concessionari andrebbe richiesta in cambio la vigilanza e la pulizia dell’area.
Poi occorrerebbe aprire il parco alle scuole adiacenti, per attività didattiche, ludiche e ricreative spostando e attrezzando meglio la ‘’dog area’’ verso via Quinto Pubblicio.
Anche ai gestori degli impianti sportivi andrebbe richiesto non solo un ridimensionamento dell’allargamento abusivo ma anche vigilanza e pulizia del verde circostante.
Inoltre maggiore illuminazione, panchine, fontanelle, ripiantumazione delle essenze arboree, ripristino delle attrezzature sportive del ‘’percorso vita’’ andate completamente distrutte.
Infine andrebbe riqualificata l’area dell’adiacente e agonizzante mercato di via Vignali con nuove attività.

Insomma una serie di interventi organici da parte dell’amministrazione comunale e municipale che ottemperando ad antichi e mai onorati impegni restituisca il parco all’uso pieno e gioioso dei cittadini e, soprattutto, dei bambini. In cambio di ciò si dovrebbe e potrebbe chiedere agli abitanti del quartiere un’assunzione di responsabilità attraverso l’attivazione di un qualche impegno di volontariato, così come avviene nel vicino giardino di piazza Galgano, volto alla vigilanza del bene pubblico.
"Speriamo – dicono i cittadini – che l’ultima petizione serva a smuovere le cose in Municipio e al Comune".


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