I venerdì in Sapienza: la ricerca oncologica passa per il Qi Gong

Un progetto multidisciplinare aperto al pubblico per migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici attraverso pratiche di medicina cinese

Abbiamo ereditato un modo presuntuoso di intendere la cultura dei popoli lontani.

Col termine ‘selvaggi’ qualche secolo fa chiudevamo ogni finestra sul mondo, presi come eravamo da un accecante desiderio di conquista. Ancora oggi il pregiudizio nei confronti della medicina non convenzionale, anche se millenaria, a volte spegne la possibilità di migliorare le nostre cure. Questo non accade all’Università Sapienza di Roma, dove, nell’ambito del Master di Oncologia Integrata di II livello, venerdì scorso, la professoressa Federica Mazzuca, Direttore UOC Oncologia del Sant’Andrea, ha presentato a porte aperte un progetto di ricerca multidisciplinare sugli effetti del Qi
Gong.

E’ soltanto il primo dei Venerdì in Sapienza, un vero e proprio appuntamento fisso con la ricerca, per la prima volta aperto al pubblico, specialmente ai pazienti.

“Abbiamo parlato per moltissimo tempo di Precision Medicine, – ha spiegato la prof. Mazzuca – cioè trovare quella molecola giusta per spegnere quel certo tipo di tumore, lo stiamo ancora facendo, lo faremo in tanti studi clinici, ma in questo momento e sempre di più, a mio avviso, parleremo di Preventive Medicine, ovvero tutto ciò che è prevenzione. Il ritorno ad una vita sana per il paziente deve essere il nostro obiettivo.
Dire ad un paziente ‘si muova’ non significa nulla, ‘mangi bene’: stessa cosa. Dare delle direttive significa prendersi cura del paziente che ha avuto un problema oncologico e che ricomincerà ad avere una vita normale in salute, grazie anche ai nostri percorsi di ricerca. Questo è l’obiettivo dei nostri Venerdì in Sapienza. Chi vorrà ci seguirà nel percorso, perché mi auguro che questo progetto vada più a lungo possibile avanti e che gli argomenti possano essere i più diversi.

Quello che vi presentiamo oggi è un argomento sfidante, uno studio interventistico che vede coinvolto un tavolo di professionisti apparentemente molto distanti, localizzati in posti diversi della nostra struttura universitaria ma che sono ormai abituati a lavorare insieme, a comunicare, ad intervenire sullo stesso paziente per permettergli di vivere meglio”.

Il riferimento per questo studio, all’interno dell’Unità Operativa di Oncologia del Sant’Andrea, è la dottoressa Monia Specchia che ne ha illustrato dati e obiettivi.

“La nostra coorte di pazienti – ha detto la dottoressa – sono pazienti con diagnosi di neoplasia mammaria in stadio iniziale, sono pazienti che vengono sottoposte a trattamento chemioterapico neo adiuvante e possono sperimentare durante il loro percorso degli effetti collaterali, vale a dire tossicità ematologiche, nausea, vomito, dolori articolari, neuropatie. Sono effetti collaterali che tutti ben conosciamo e abbiamo modo di affrontare spesso in day hospital, ma i pazienti vivono anche fenomeni di stress che riguardano la sfera della loro vita quotidiana.
Negli ultimi anni, diversi studi portati avanti dalla nostra equipe hanno proposto l’attività fisica come quel rimedio che può portare ad un miglioramento di questi sintomi e dello stile di vita, recenti studi sottolineano i benefici che si possono ottenere con nuove tecniche di attività fisico-meditativa”. E’ così che è stato introdotto lo studio interventistico sul Qi Gong, ovvero una pratica di medicina cinese che consiste in una serie di esercizi ripetitivi basati sulla
respirazione, sul mantenimento di alcune posizioni e sulla meditazione.

“L’obiettivo – ha spiegato la dottoressa – è quello di valutare, da una parte, la correlazione tra il Qi Gong e la gestione dell’ansia, dello stress, del benessere psicologico, dall’altra (e per questo l’equipe multidisciplinare), la correlazione tra il Qi Gong ed il cambiamento dei dati clinici dei pazienti.
Noi abbiamo la possibilità di esaminare i pazienti ciclicamente e quindi di effettuare valutazioni che riguardano i parametri vitali come la pressione arteriosa, il peso, la saturazione dell’ossigeno, così come parametri che riguardano l’ambito cardiologico e la sfera nutrizionale”.
Lo scopo è quello di “comprendere l’efficacia della pratica del Qi Gong nell’ambito di un discorso multidisciplinare, – ha concluso la dottoressa Specchia – che ci porterà così a costruire una medicina sempre più su misura per il paziente.”

Proprio in questo contesto multidisciplinare, la dottoressa Sveva Maria Nusca, fisiatra della UOD Medicina Fisica e Riabilitativa del Sant’Andrea, ha illustrato quali test e dunque quali parametri funzionali verranno utilizzati in questa ricerca ed i fisioterapisti e Maestri di Qi Gong, Fabrizio Pucello e Sergio Marzicchi, hanno introdotto la storia della medicina cinese. Tra le tante cose interessanti, Sergio ha detto: “il medico antico veniva pagato finché il paziente era in salute, quando si ammalava bisognava curarlo senza essere pagati e il medico imperiale non poteva sbagliare perché, se si ammalava l’imperatore, veniva ucciso”.
E poi, come niente, i medici, i pazienti, gli studenti, insomma tutti in quest’aula al primo piano della facoltà di medicina, si sono alzati in piedi e, per una decina di minuti, hanno seguito il Maestro nel ripetere i movimenti del Qi Gong.

Se questo fosse il mio diario ora scriverei: ‘dal momento in cui si svegliano si dedicano interamente a raggiungere la perfezione in ogni gesto’, proprio come un Samurai, avendo appreso che la parola Samurai significa ‘servire’ (L’Ultimo Samurai – Warner Bros – 2004).


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