Il Comitato: “Il Pratone r-esiste, ora e sempre, nonostante tutto”

A due anni dall'altro grande incendio, quello del 21 agosto è l’epilogo di un disastro annunciato

Mercoledì 21 agosto 2024 una grande parte del Pratone di Torre Spaccata è andata a fuoco. Di nuovo ci troviamo a commentare l’epilogo di un disastro annunciato, che ci lascia poche parole ma l’evidenza di danni ingentissimi: moltissima la vegetazione bruciata e ampissima l’area ridotta in cenere. Nel tentativo di spegnere l’incendio sono rimaste ferite quattro persone, un vigile del fuoco e tre volontari, a cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà, e l’augurio di una pronta guarigione.

Il Pratone è un’area selvatica di 58 ettari all’interno della quale vivono e migrano mammiferi e uccelli. È un importantissimo territorio non ancora edificato in un quadrante che è stato costruito quasi del tutto, dove mancano spazi verdi e dove è sempre più difficile respirare. È un’area storica e archeologica, piena di biodiversità.

Siamo tristi, arrabbiati, frastornati.

A due anni da un altro grande incendio che aveva colpito il pratone e il parco di Centocelle, tutto questo si sarebbe potuto e dovuto evitare. Rispondendo all’abbandono con la cura, all’inaccessibilità con l’attraversabilità, al desiderio di profitto con la tutela.

Da tre anni una grande parte della cittadinanza chiede che il pratone – attualmente di proprietà di Cassa depositi e prestiti e da piano regolatore edificabile – diventi un’area verde attraversabile e vissuta, un bene comune e pubblico.

Un anno e mezzo fa 11.000 persone lo hanno chiesto firmando una delibera di iniziativa popolare. Che fine ha fatto quella delibera? Che risposte danno le istituzioni?

La risposta non può essere tenere quest’area privata e inaccessibile alle persone, ma renderla pubblica e vissuta. La risposta non è più cemento, ma più aree naturali. La risposta non è costruire, è vivere i luoghi nel rispetto di tutte le specie che li attraversano. La risposta non sono le decisioni prese dall’alto, ma l’ascolto dei territori e delle comunità che quei territori li abitano.

Il Pratone r-esiste, ora e sempre, nonostante tutto


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