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Istituto di via Palenco, il sogno PNRR fermato dall’occupazione: l’Anac scuote il Comune

L’Autorità contesta la mancata rimozione tempestiva degli occupanti e sottolinea come questo abbia compromesso il cronoprogramma previsto dal PNRR

Una storia che avrebbe dovuto raccontare rinascita e innovazione si è trasformata in una lezione di burocrazia e ritardi.

La scuola di via Palenco, nel quartiere di Rebibbia, chiusa nel 2016 per problemi strutturali, avrebbe dovuto diventare un simbolo del PNRR: 4,3 milioni di euro stanziati per una riqualificazione completa, con cantieri pronti a partire nel novembre 2024.

Invece, la realtà si è fermata davanti a una porta occupata: circa duecento persone hanno bloccato l’inizio dei lavori, trasformando un progetto di rinascita in una doccia fredda per il quartiere.

La vicenda ha attirato l’attenzione dell’ANAC, che ha inviato una lettera severa al Comune di Roma chiedendo spiegazioni su come sia stata gestita la situazione.

L’Autorità contesta la mancata rimozione tempestiva degli occupanti e sottolinea come questo abbia compromesso il cronoprogramma previsto dal PNRR, creando molteplici criticità giuridiche e rischi di danno erariale.

Tra progettazioni e ritardi

Il progetto per la riqualificazione della scuola era stato affidato a VE.MA. Progetti già il 6 aprile 2023, e il IV Municipio aveva approvato la delibera di Giunta a ottobre dello stesso anno. Tutto sembrava filare liscio fino a settembre 2024, quando l’occupazione ha paralizzato i lavori.

Le versioni ufficiali divergono: Giovanni Caudo, presidente della commissione Speciale PNRR, indicava negli occupanti la causa del blocco; i rappresentanti municipali parlavano invece di ritardi nella progettazione dovuti alla carenza di personale.

Il risultato è stato, comunque, la perdita dei fondi europei destinati alla scuola e il rinvio indefinito dei lavori. I dati ufficiali degli “open data” riportano come inizio progetto il 29 aprile 2022, ma nella pratica la struttura resta bloccata, occupata e senza interventi reali.

Le accuse dell’ANAC

Nella comunicazione inviata al Campidoglio, l’ANAC sottolinea diversi punti critici:

La mancata rimozione tempestiva degli occupanti configura potenziale violazione degli obblighi di diligenza e vigilanza, con rischio di danno erariale.

L’inerzia e la mancata attivazione delle procedure di segnalazione rappresentano violazioni procedurali di particolare gravità.

La mancata adozione di misure efficaci per liberare l’immobile potrebbe costituire una violazione degli obblighi di tutela degli interessi finanziari nazionali ed europei.

L’Autorità ha fissato un termine perentorio di 20 giorni per la presentazione di una relazione approfondita sullo stato dei lavori, il cronoprogramma e la gestione dell’occupazione, con l’obiettivo di completare l’opera entro il 31 marzo 2026.

Un termine praticamente irrealistico, considerando che i lavori erano programmati per durare circa due anni.

Il futuro della scuola

Se il Comune non risponderà adeguatamente, l’ANAC potrebbe segnalare la vicenda alla Procura della Repubblica e alla Procura Regionale della Corte dei Conti, con possibili sanzioni. Nel frattempo, il quartiere resta con una scuola chiusa e una promessa di rinascita congelata.


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