Mindfulness e Chemioterapia, la conferenza sui trattamenti integrati in oncologia

I vantaggi della realtà virtuale, la psicologia e nuove tecnologie nella promozione della salute

E’ mercoledì 6 marzo, mattina. Con indosso un visore per la realtà virtuale, una roba da tecnofighetti per intenderci, sono finita su una spiaggia, a riva, e lo spazio è così aperto intorno a me che mi sembra di esserci più di quando ci vado davvero, al mare. Usando il joystick cammino verso un pontile, lo percorro tutto, nel frattempo mi metto anche a lanciare in acqua strane ciambelle rosa fucsia (sì, giuro), ma soprattutto raggiungo l’orlo della terraferma e mi sento stranamente libera. Respiro. Adesso però c’è il rumore della gente che si alza e parla perché, nell’aula 25 della facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università Sapienza in cui sono seduta, si è appena conclusa una conferenza su realtà virtuale e chemioterapia. Se così non fosse avrei potuto ascoltare, sul mare, la voce di uno specialista e iniziare così a praticare la meditazione mindfulness. Questo è quanto hanno fatto recentemente 17 donne presso l’AOU Sant’Andrea durante il trattamento chemioterapico alla prima diagnosi.

Ma perché alla prima diagnosi?

Lo spiega, nel corso della conferenza, la prof. Federica Mazzuca, Direttore UOC Oncologia del Sant’Andrea: “Perché i dati di letteratura dicono una cosa inequivoca: è importante iniziare con un training di mindfulness il prima possibile perché è più efficace, riesce a controllare meglio l’ansia e la depressione.

Queste 17 pazienti – racconta – non solo hanno aderito con positività al progetto ma non hanno avuto difficoltà nell’utilizzo del visore e hanno avuto degli scores molto importanti di riduzione degli items che abbiamo utilizzato.”

La mindfulness si inserisce in un approccio olistico alla malattia che la prof. Mazzuca insegna nel Master di Oncologia Integrata di secondo livello alla Sapienza. In questo contesto nel tempo sono divenuti oggetto di valutazione gli aspetti spirituali ed esistenziali del paziente, l’atteggiamento positivo per ridurre l’ansia e per il mantenimento delle sue relazioni sociali. Poi, grazie ad uno studio che dimostrava come ognuno di noi ha dei livelli plasmatici di farmaco differenti, è stata messa a punto una medicina personalizzata.

“Pochissimi conoscono i nostri panel di farmacogenomica, – dice la professoressa – pochissimi li utilizzano e pochissimi sanno che il livello plasmatico di un farmaco che non viene metabolizzato è accumulato, ed è espressione della tossicità”.

Il Master oggi abbraccia molte discipline, dalla musica al Qi Gong, all’agopuntura, “per avere dei punti saldi perché – afferma la professoressa – in questa struttura si fa scienza, si crea evidenza, si devono dare dei riferimenti forti di letteratura per poter dire che questa è la strada giusta”. Per questo è importante la ricerca svolta dal prof. Andrea Chirico, docente e ricercatore in Psicologia, volta a studiare come la realtà virtuale possa alleviare il dolore.

“Nel 2015 – racconta il professore – pubblicavamo una revisione della letteratura sull’utilizzo della realtà virtuale durante i trattamenti oncologici, nei lunghi ricoveri come supporto al paziente o durante procedure dolorose. Inizialmente quello che c’era nella realtà virtuale era solo una distrazione, ma in generale i pazienti, durante la chemioterapia, con la sola distrazione, percepivano un tempo minore rispetto al tempo reale in cui facevano la terapia.
Avevamo anche visto come questo riducesse il dolore e la nausea anticipatoria della chemioterapia successiva.”

Il prof. Chirico ha poi portato avanti uno studio in cui si utilizza la realtà virtuale con un contenuto specifico, ovvero con una delle abilità di mindfulness di base.

“La mindfulness negli ultimi anni è stata molto utilizzata per ansia e depressione, – dice il professore – Mindfulness è ‘stare nel presente’, quindi quello che viene chiesto alla paziente non è tanto distrarsi, tantomeno c’è una indicazione di rilassamento, nel visore c’è una pratica che mette in atto la defusione cognitiva. Si cerca di far vivere in quel momento al paziente un allontanamento dai suoi pensieri intrusivi, perché durante la chemioterapia lo stesso ambiente, ciò che stiamo facendo, il tempo che passa, non fa altro che aumentare i pensieri intrusivi.”

Ma torniamo a noi, ora ho tolto il visore e sono grata a chi ha avuto l’apertura mentale per permettere a questi docenti di portare avanti le loro idee. Fino a cinque minuti fa in quest’aula c’erano il Prorettore dell’Università, il Preside della facoltà e il Direttore dell’Ospedale Sant’Andrea, e per un attimo ho pensato di andare davvero ad abbracciarli tutti. Perché io la chemio l’ho fatta senza questo visore, ma è bello sapere che ci sarà uno strumento in più per tutti coloro che dovranno affrontare questa prova. Poi, come ha spiegato poco fa il Direttore del Dip. di Medicina clinica e Molecolare, prof. Taurino, è importante concentrarsi sullo stile di vita. Ed è importante farlo davvero.

“L’intenzione – ha chiarito a tutti il professore – è un elemento del tutto neutro se non c’è una pianificazione di quell’intenzione con un dove, un come, un quando, un con chi, un modo specifico con cui quella intenzione neutra si trasformi in comportamento.”

Allora noi, per cominciare, parliamo di tante piccole cose che portano il sorriso e fanno star bene, sempre qui, su Abitare a Roma, nei prossimi articoli della rubrica Ricordati di Te.


Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scrivi un commento