Quando il bonus ti fa malus
Talvolta mi assale lo stupore – e spero assalga anche molti di voi – nell’aver profetizzato le conseguenze che stanno producendo al bilancio dello Stato alcuni bonus governativi. Non siamo né politici, né tanto meno economisti, ma quando abbiamo letto che per migliorare gli edifici esistenti, attraverso una ristrutturazione che li facesse crescere di due livelli nel risparmio energetico, il governo aveva deciso di elargire a fondo perso un bonus che addirittura non solo copriva l’intera spesa, ma elargiva anche un 10% in più, ritengo che siamo stati in molti a chiederci perché una tale generosità, stante il crescente debito pubblico che ci portiamo sulle spalle: perché? Qualche esperto di politica economica ha tentato di spiegarcelo, elencando i benefici dell’iniziativa, ma suppongo che in molti, conoscendo oltre al debito, la corruzione, le mafie e l’elevata evasione fiscale che caratterizzano il Paese, abbiano continuato a dubitare, insoddisfatti, della spiegazione ricevuta.
La fiducia dei governanti, abbinata alla nostra ignoranza in fatto di economia politica, ci ha costretti a stringerci nelle spalle, a ritenere che forse siamo meno poveri e indebitati di quanto vorrebbero farci credere e, al culmine dell’ottimismo, che il Campo dei Miracoli, di collodiana memoria, esista davvero e stia cominciando a maturare i marenghi d’oro dai rami, grazie a quelli fatti piantare dalla Volpe e il Gatto, che con furti e raggiri fecero successivamente carriera, contrariamente al volere dell’autore delle avventure di Pinocchio, che andò elaborando un finale poco credibile, nel quale fa incontrare di nuovo il burattino fatto uomo con i due compari ridotti in miseria e alla fame, come purtroppo capita spesso a coloro che sanno invece come far fruttare il denaro, tuttavia impediti a farlo, braccati dalla giustizia, figlia di una morale miope e bigotta, incredula sulle potenzialità di un’economia sana e destinata al successo. Se il finale fosse stato rivisto e corretto avrebbe potuto aiutare la crescita dei bambini.
Purtroppo il Collodi non volle abbracciare il prezioso suggerimento che già all’epoca qualche componente del Gabinetto di Quintino Sella gli aveva messo sotto gli occhi.
Tornando ai giorni nostri, continua a meravigliare come, ormai da anni, i governi che si sono avvicendati abbiano mostrato identiche lacune varando provvedimenti, talvolta anche tendenti alla concretezza, mancanti però della corretta, sana e onesta applicazione da parte di coloro che ne avrebbero fatto uso; là dove soprattutto i decreti attuativi tardano ad essere promulgati, sono totalmente disattesi nei tempi entro i quali se ne richiede il rispetto, o mancano dei controlli necessari a garantirne il corretto utilizzo, perseguendo chi ad esempio per l’istallazione di nuove apparecchiature, beneficianti di una percentuale di sconto in fattura, va a far beneficiare dello sconto il fornitore stesso del materiale istallato, con evidente truffa nei confronti dei contribuenti che pagano le giuste tasse dovute all’erario.
Quando il governo si accorge dell’ingenuità (?) commessa: via tutti i bonus previsti da leggi in essere, abrogate in fretta, con cantieri ancora impiantati, materiali acquistati, lavori lasciati a mezzo, contratti sottoscritti da rispettare, e tutto quanto era stato previsto – onestamente o no – in funzione di disposti precedenti, rimosso senza la gradualità necessaria per coniugare l’ieri con l’oggi e l’oggi col domani.
No, non siamo né meno poveri di quanto pensassimo, né più furbi che in altri Paesi, in nessuno dei quali mi risulta esistere un bonus pari al 110% per ristrutturazioni in favore di un minor consumo energetico, là dove se vuoi il cappotto, prima metti da parte i risparmi, poi utilizzando quelli, te lo compri di cotone, di lana d’angora o di cachemire, secondo i tuoi gusti e le tue possibilità. E là dove, qualora lo Stato decida di venirti incontro, prima si tutela nel garantirsi un controllo anti furbetti e successivamente muove il pezzo come lo scacchista dubbioso, dopo essersi sincerato che, nel dare scacco al re avversario, non rischi magari di perdere la sua regina.
Enrica Picchi
26 Febbraio 2023 alle 17:28
Caro Ettore come al solito arguto e chiaro nell’esposizione e nell’argomentazione .Concordo pienamente con te su questo tema così attuale e ti ringrazio di permettermi di leggere i tuoi ‘fondelli’.
Grazie ancora , un caro saluto
Enrica