

Prove sperimentali confermano l’ipotesi patogenetica multifattoriale nella genesi del disturbo autistico. Uno studio condotto dall’IRCCS Fondazione Santa Lucia e dal Campus Bio-Medico, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e l’Università di Pisa ha dimostrato le interazioni a livello cellulare e comportamentale di tre fattori: genetico, sessuale ed ambientale.
La ricerca è stata avviata tre anni fa, grazie ad un finanziamento della fondazione USA Autism Speaks. La dr.ssa Laura Latini del Laboratorio di Neuroriabilitazione Sperimentale, diretto dal dr Marco Molinari (Irccs Fsl), insieme al dr. Filippo Biamonte del Laboratorio delle Neuroscienze dello Sviluppo e della Plasticità Neurale, diretto dal prof. Flavio Keller (Campus Bio-Medico), hanno analizzato gli effetti degli ormoni sessuali, dell’alterazione genetica della sintesi di Relina (proteina fondamentale nell’embriogenesi) e dell’esposizione a mercurio nel periodo prenatale e perinatale sullo sviluppo di comportamenti autistici.
Ad oggi si sa che l’autismo esordisce in età infantile ed è rilevabile già prima dei tre anni di vita. Associato o non a delle cause organiche, l’autismo è riconoscibile dai sintomi che impediscono o pongono delle serie difficoltà al bambino nel suo processo di entrata nel linguaggio, nella comunicazione e nel vincolo sociale. Sono proprio l’assenza di linguaggio, le ecolalie, l’aggressività rivolta su di sé sono alcuni dei sintomi, che mostrano l’isolamento del bambino o dell’adulto dal mondo che lo circonda e la sua tendenza a bastare a se stesso.
L’incremento dei casi di autismo in questi anni ha chiamato in causa anche fattori ambientali o tossici diversi come la relazione fra vaccinazione anti-morbillo-parotite-rosolia (Mpr) e autismo, ora definitamente smentita da più studi scientifici. Attualmente, le cause dell’autismo sono ancora sconosciute, ma esiste un consenso nel sostenere che alla base dell’autismo non vi sia un unico fattore, ma che esso sia il risultato dell’interazione fra fattori diversi.
Attualmente si è notato che ognuno dei fattori preso isolatamente non è in grado di sviluppare comportamenti autistici, mentre l’interazione fra loro induce la comparsa di diversi indicatori del disordine autistico sia a livello cellulare che comportamentale.
Ed è proprio lo studio condotto dalla Fondazione Santa Lucia, Campus Biomedico e Istituto Superiore di Sanità che dimostra come comportamenti autistici possono derivare dalla coesistenza di condizioni ormonali, genetiche e ambientali che prese singolarmente non hanno rilevanza patologica.
I risultati del recente studio sono stati recentemente pubblicati on line sulla rivista Neurotoxicology.
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