

Dalle aree verdi al rifacimento delle strade, fino ai lavori per nidi e scuole
Un nuovo Quarticciolo, almeno sulla carta. Venti milioni e mezzo di euro per scuole, strade, spazi verdi e sicurezza: questo il budget previsto dal “Piano straordinario per gli interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale”, approvato dal Consiglio dei ministri il 28 marzo. Un investimento che promette di cambiare il volto del quartiere, ma che non convince tutti.
Il piano si inserisce nel più ampio programma del governo per le periferie, che prevede 180 milioni di euro tra il 2025 e il 2027, di cui 100 già disponibili nel 2024. E Roma, nello specifico il Quarticciolo, si porta a casa una fetta importante di questa torta.
Ma come verranno spesi questi 20 milioni e mezzo? Il progetto è articolato e tocca diversi ambiti della vita quotidiana nel quartiere:
Spazi pubblici e commercio: 4 milioni serviranno a riqualificare i locali chiusi di proprietà di Ater attorno a Piazza del Quarticciolo, con l’obiettivo di trasformarli in nuovi spazi sociali e commerciali.
Asili e scuole: 5,15 milioni per la realizzazione di un nuovo asilo nido tra via Molfetta e via Locorotondo; 1,65 milioni per la messa in sicurezza della scuola di via Romualdo Pirotta; 300mila euro per il rifacimento della palestra dell’IC via Luca Ghini e altri 300mila per il restyling degli spazi esterni dell’IC Olcese.
Strade e viabilità: 2 milioni saranno destinati al rifacimento delle strade.
Aree verdi e spazi pubblici: 1,15 milioni per riqualificare le aree verdi e 600mila euro per migliorare gli spazi esterni delle scuole di via Pirotta e della scuola dell’infanzia Andrea Doria.
Sicurezza e servizi sociali: 2 milioni per la creazione di un punto unico di accesso ai servizi socio-assistenziali, mentre nuovi impianti di videosorveglianza verranno installati per aumentare la sicurezza urbana.
A prima vista, sembra un piano studiato nei minimi dettagli, pensato per rispondere alle esigenze di una periferia che da tempo chiede interventi concreti.
A sorpresa, l’operazione Quarticciolo ha trovato il plauso anche del sindaco Roberto Gualtieri, che ha espresso gratitudine nei confronti della premier Giorgia Meloni, del sottosegretario Alfredo Mantovano e del commissario Fabio Ciciliano.
“Ringrazio il governo per il dialogo istituzionale che ha portato a questo risultato“, ha dichiarato il primo cittadino. Un clima di collaborazione che non si vedeva da tempo, soprattutto tra un’amministrazione comunale di centrosinistra e un esecutivo di centrodestra.
L’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, che a gennaio aveva già presentato un elenco di interventi prioritari per il Quarticciolo, ha evidenziato come molte delle proposte avanzate dal Campidoglio siano poi state inserite nel piano approvato dal governo.
Ma se le istituzioni si mostrano compatte, la reazione dal basso è tutt’altro che unanime.
Se da un lato il piano sembra aver raccolto il sostegno di Palazzo Senatorio, dall’altro non tutti lo vedono come un passo avanti decisivo. Gli attivisti del Quarticciolo Ribelle, che negli ultimi mesi hanno organizzato manifestazioni e cortei, si dicono tutt’altro che soddisfatti.
“La mobilitazione di questi tre mesi ha evitato che venissero fatte operazioni speculative o cattedrali nel deserto“, dichiarano. “Non ci sono mega-centri sportivi né progetti pensati solo per facciata. Ma mancano le risposte ai veri problemi del quartiere”.
Le critiche si concentrano su alcuni punti chiave:
Case popolari in stato di degrado: il piano non prevede alcun intervento sulla ristrutturazione degli alloggi, lasciando insoluto il problema della fatiscenza di molti edifici.
Sfratti e diritto alla casa: nessuna misura per contrastare il fenomeno degli sgomberi.
Spazi abbandonati: il destino di molti edifici pubblici dismessi resta incerto, con il rischio che continuino a rimanere inutilizzati.
“Rifaranno le aiuole mentre la gente perde la casa?“, si chiedono i residenti più critici. “Ci sarà una nuova scuola, ma con il ridimensionamento scolastico in corso, le iscrizioni stanno già crollando. Rifanno la piazza per la terza volta, ma l’ex questura resta un rudere inutilizzato“.
Insomma, il grande piano per il Quarticciolo divide. Da una parte, chi lo vede come un’occasione concreta di rilancio, con un investimento reale su scuole, strade e servizi.
Dall’altra, chi teme un maquillage di facciata, un piano che sistemerà marciapiedi e aiuole senza toccare le radici dei problemi sociali del quartiere.
Quel che è certo è che il Quarticciolo è diventato un caso nazionale, un banco di prova per il rapporto tra governo e periferie. Riuscirà questo piano a migliorare davvero la vita del quartiere? O sarà solo l’ennesima promessa calata dall’alto?
La risposta, come sempre, arriverà dalla strada.
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