

Martedì 25 giugno 2014 a piazza San Giovanni si è svolta la presentazione del partito alla presenza di Nichi Vendola
“Sel-fie”. Questo il nome, che fa il verso alla moda del momento, usato da SEL per la festa di presentazione, martedì 25 giugno 2014, del nuovo centro sinistra a San Giovanni. All’incontro sono intervenuti Nichi Avendola, leader del partito, Pippo Civati, deputato del PD, Curzio Maltese, noto giornalista e Ida Dominijanni, filosofa e giornalista.
A prendere la parola per primo è stato Maltese, che ha improntato il proprio discorso sulla necessità di attuare una nuova politica europea. A questo proposito loda l’operato della lista Tsipras, che ha ottenuto il 4% alle europee e i cui obiettivi devono essere, a suo avviso, il rifiuto della politica dell’austerity, del fiscale compact e soprattutto l’attuazione di riforme. ‘Provenivo dal PD – ha affermato il giornalista – ora il partito sembra essere diventato un centro di aggregazione di leghisti, berlusconiani, banche, insomma tutti con Renzi. La sinistra, quella di una volta, non esiste più”.
Poi è intervenuta Ida Dominijanni, molto critica dinanzi alle dichiarazioni rilasciate da Renzi, il quale il giorno precedente ad un talk televisivo si era lasciato andare a queste considerazioni: ‘Siamo fuori dalla depressione psicologica”.
La replica della filosofa non si è fatta attendere:” Mi sembra che stiamo tornando al Berlusconismo, dove vi era l’umiliazione del lavoro, il populismo tra il leader e il popolo e la riduzione di rappresentanza a vantaggio del governo – spiega la filosofa – Se con il cavaliere vi era una polarizzazione del sistema politico, con Renzi c’è la debipolarizzazione e soprattutto l’idea di un partito “totalitario”, ovvero votato da tutti. Vi è l’innamoramento di una nuova narrazione e a nuovi giochi di prestigio. Il cambiamento,invece,deve partire dal basso e deve essere graduale, mentre ora c’è questa smania della cultura del fare presto. Serve ridisegnare il campo, creare il sapere e ripristinare una vera cultura di sinistra”.
Pippo Civati ha aperto il suo intervento con la convinzione che ciascuno debba mantenere le proprie posizioni: “Sono del PD perchè so che molti vogliono la sinistra”. Prosegue sostenendo quali siano i suoi obiettivi: ”Voglio garantire il reddito minimo, no al decreto Poletti, si ai diritti civili,all’ expo e alla legalità. Bisogna crederci ma non per stare necessariamente al governo, questo governo con Alfano, e le attese su Berlusconi per la riforma al senato”.
Infine ha preso parola Vendola, il cui intervento intriso di passione e animo ha esaltato il pubblico presente. L’incipit è dedicato a Balotelli, del quale si dice orgoglioso di essere connazionale. “Non c’è gol che valga la fratellanza, la convivenza”. Poi entra nel vivo del suo discorso, spiegando come questo sia stato un anno difficile, di dolore, ma che deve trasformarsi in un’ occasione non per essere peggiori ma per provare ad essere tolleranti e pazienti ascoltando gli interessi altrui.
“SEL nasce per cancellare il settarismo della politica, il dogmatismo, l’integralismo e per riformare. La riforma Fornero ha rovinato la bellezza di questo termine, ha cancellato la previdenza sociale, ha esodato i lavoratori, noi vogliamo restituire a questo termine il significato di speranza. Per ridare questa speranza è necessario ‘abbattere il muro di Berlino’, cancellare la politica dell’austerity. Non vi è libertà dove vi è paura di licenziamenti e il timore del futuro. Serve un cambiamento, noi siamo la ‘terra di mezzo’. Vogliamo attuare una politica efficace e non essere la sinistra della resa. Soprattutto vogliamo essere anticonformisti, vogliamo tornare ad essere la sinistra critica.
Il nome dato a SEL è inteso perchè vogliamo combattere le lotte che dalla sinistra non hanno trovato esaustività: le culture religiose, l’ambiente, i diritti, la condizione sociale, i giovani. La nostra missione e quella della sinistra è dare speranza durante la vita quotidiana ed avviare progetti per il futuro dove si guadagnino chances.”
Venerdì 27 giugno, alle ore 22, sarà presente a piazza San Giovanni il sindaco Ignazio Marino, sul quale negli ultimi giorni sono piovute molte critiche rispetto al progetto Salva Roma che ha previsto un taglio di 450 milioni di euro e consequenzialmente le dismissioni e i licenziamenti di molte società pubbliche.
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